[63] At Nero praefectum in spem sociandae classis corruptum, et incusatae paulo ante sterilitatis oblitus, abactos partus conscientia libidinum, eaque sibi comperta edicto memorat insulaque Pandateria Octaviam claudit. non alia exul visentium oculos maiore misericordia adfecit. meminerant adhuc quidam Agrippinae a Tiberio, recentior Iuliae memoria obversabatur a Claudio pulsae; sed illis robur aetatis adfuerat; laeta aliqua viderant et praesentem saevitiam melioris olim fortunae recordatione adlevabant: huic primum nuptiarum dies loco funeris fuit, deductae in domum, in qua nihil nisi luctuosum haberet, erepto per venenum patre et statim fratre; tum ancilla domina validior et Poppaea non nisi in perniciem uxoris nupta; postremo crimen omni exitio gravius.
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63. Quindi Nerone annuncia con un editto i fatti accertati, che cio? Ottavia aveva corrotto il prefetto, sperando di contare poi sulla flotta e, dimentico dell'accusa poco prima avanzata di sterilit?, che aveva voluto abortire, resasi conto della sua bassezza. Cos? Ottavia fu relegata nell'isola di Pandataria. Nessun'altra donna costretta all'esilio dest? altrettanta piet? in chi la vide partire. Era ancor vivo il ricordo di Agrippina confinata da Tiberio, e s'affacciava alla memoria l'immagine pi? recente di Giulia, cacciata da Claudio. Ma esse erano nel pieno della maturit?, avevano goduto momenti belli, e il ricordo di un passato pi? felice mitigava la durezza del presente; per Ottavia, invece, il giorno delle nozze era equivalso a un funerale, perch? condotta in una casa, dove non trov? che pianto; s'era visto strappare, col veleno, il padre e, subito dopo, il fratello; poi c'era stata una serva pi? potente della padrona e quindi Poppea, sposata a Nerone solo per la rovina di lei, sua vera moglie; infine, quell'accusa pi? terribile di ogni morte.
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