[4] Ea dum a Corbulone tuendae Syriae parantur, acto raptim agmine Mon[a]eses, ut famam sui praeiret, non ideo nescium aut incautum Tigranen offendit. occupaverat Tigranocertam, urbem copia defensorum et magnitudine moenium validam. ad hoc Nicephorius amnis haud spernenda latitudine partem murorum ambit, et ducta ingens fossa, qua fluvio diffidebatur. inerantque milites et provisi ante commeatus, quorum subvectu pauci avidius progressi et repentinis hostibus circumventi ira magis quam metu ceteros accenderant. sed Partho ad exsequendas obsidiones nulla comminus audacia: raris sagittis neque clausos exterret et semet frustratur. Adiabeni cum promovere scalas et machinamenta inciperent, facile detrusi, mox erumpentibus nostris caeduntur.
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4. Mentre cos? Corbulone si preparava a difendere la Siria, Monese, fatto avanzare rapidissimo il suo esercito, per precedere la notizia del suo arrivo, non riusc? peraltro a cogliere Tigrane di sorpresa o impreparato. Quest'ultimo aveva occupato Tigranocerta, citt? solida per numero di difensori e imponenza di mura, lambita in parte, oltre a ci?, dal fiume Niceforio, che ha un'ampiezza considerevole; e, per il settore in cui non si poteva contare sul fiume, venne scavato un ampio fossato. Dentro la citt? stavano soldati e rifornimenti ammucchiati in precedenza. Durante il loro accumulo, un gruppetto di uomini, spintisi, per troppa avidit?, molto avanti, venne circondato dai nemici, apparsi all'improvviso; il che aveva prodotto negli altri pi? dispetto che paura. Manca peraltro ai Parti l'audacia per gli scontri ravvicinati, richiesti dagli assedi: il loro discontinuo lancio di frecce non impensierisce gli assediati e mette a nudo la loro impotenza. Tentarono gli Adiabeni di avvicinare scale e macchine da guerra: furono prima ributtati gi? e poi, con sortite, sterminati.
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