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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Tacito
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Annali XV, 27
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originale
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[27] Mox iter L. Lucullo quondam penetratum, apertis quae vetustas obsaepserat, pergit. et venientes Tiridatis Bologaesisque de pace legatos haud aspernatus, adiungit iis centuriones cum mandatis non immitibus: nec enim adhuc eo ventum, ut certamine extremo opus esset. multa Romanis secunda, quaedam Parthis evenisse, documento adversus superbiam. proinde et Tiridati conducere intactum vastationibus regnum dono accipere, et Bologaesen melius societate Romana quam damnis mutuis genti Parthorum consulturum. scire, quantum intus discordiarum, quamque indomitas et praeferoces nationes regeret: contra imperatori suo immotam ubique pacem et unum id bellum esse. simul consilio terrorem adicere, et megistanas Armenios, qui primi a nobis defecerant, pellit sedibus, castella eorum exscindit, plana edita, validos invalidosque pari metu complet.
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traduzione
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27. Punt? poi verso luoghi in cui s'era inoltrato, tempo addietro, Lucio Lucullo, riaprendo passaggi ostruiti dal tempo. Non rifiut? di accogliere i messi di Tiridate e di Vologese venuti per trattare la pace e li rimand? accompagnati da centurioni latori di proposte concilianti: non si era ancora giunti - diceva - al punto da ritenere inevitabile uno scontro decisivo. Molti successi contavano i Romani, solo alcuni i Parti, a loro ammonimento contro la superbia. A Tiridate conveniva perci? ricevere in dono un regno non segnato da devastazioni, a Vologese cercare il bene dei Parti in un'alleanza con Roma, e non con una guerra dannosa a entrambi. Sapeva bene quante fossero le discordie interne tra i Parti e quanti popoli indomiti e fieri Vologese governasse; per contro, il suo imperatore poteva contare su una pace consolidata e aveva in corso quest'unica guerra. Ai suggerimenti fece seguire mosse d'intimidazione, e caccia dalle loro sedi i magnati armeni, che per primi ci avevano voltato le spalle, rade al suolo le loro fortezze; sulle piane e sulle alture, sui forti e sui deboli, su tutto e su tutti riversa eguale terrore.
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