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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Tacito
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Annali XV, 46
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originale
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[46] Per idem tempus gladiatores apud oppidum Praeneste temptata eruptione praesidio militis, qui custos adesset, coerciti sunt, iam Spartacum et vetera mala rumoribus ferente populo, ut est novarum rerum cupiens pavidusque. nec multo post clades rei navalis accipitur, non bello (quippe haud alias tam immota pax), sed certum ad diem in Campaniam redire classem Nero iusserat, non exceptis maris casibus. ergo gubernatores, quamvis saeviente pelago, a Formiis movere; et gravi Africo, dum promunturium Miseni superare contendunt, Cumanis litoribus impacti triremium pleraasque et minora navigia passim amiserunt.
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traduzione
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46. In quello stesso periodo, nella citt? di Preneste, i gladiatori tentarono una fuga, ma furono bloccati dal presidio militare di guardia, mentre gi? il nome di Spartaco e il ricordo di antiche sciagure correvano tra il popolo, desideroso e insieme pavido com'? di nuovi eventi. Poco dopo si seppe di un disastro navale, non dovuto a una guerra (perch? mai come allora la pace era stata cos? salda) ma per l'ordine impartito da Nerone alla flotta di tornare in Campania, in un giorno preciso, senza riguardo alle condizioni del mare. Perci? i piloti, bench? infuriasse la tempesta, salparono da Formia, ma, nel tentativo di superare il capo Miseno, furono scagliati sulle spiagge di Cuma dalla violenza dell'Africo, perdendo, in vari punti, la maggior parte delle triremi e naviglio minore.
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