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Ovidio


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autore
brano
 
Tacito
Annali XVI, 26
 
originale
 
[26] Contra qui opperiendum domi censebant, de ipso Thrasea eadem, sed ludibria et contumelias imminere: subtraheret auris conviciis et probris. non solum Cossutianum aut Eprium ad scelus promptos: superesse qui forsitan manus ictusque per immanitatem ausuri sint; etiam bonos metu sequi. detraheret potius senatui quem perornavisset infamiam tanti flagitii et relinqueret incertum quid viso Thrasea reo decreturi patres fuerint. ut Neronem flagitiorum pudor caperet inrita spe agitari; multoque magis timendum ne in coniugem, in filiam, in cetera pignora eius saeviret. proinde intemeratus, impollutus, quorum vestigiis et studiis vitam duxerit, eorum gloria peteret finem. aderat consilio Rusticus Arulenus, flagrans iuvenis, et cupidine laudis offerebat se intercessurum senatus consulto: nam plebei tribunus erat. cohibuit spiritus eius Thrasea ne vana et reo non profutura, intercessori exitiosa inciperet. sibi actam aetatem, et tot per annos continuum vitae ordinem non deserendum: illi initium magistratuum et integra quae supersint. multum ante secum expenderet quod tali in tempore capessendae rei publicae iter ingrederetur. ceterum ipse an venire in senatum deceret meditationi suae reliquit.
 
traduzione
 
26. Coloro, invece, che sostenevano l'opportunit? di attendere gli eventi in casa, pur condividendo il giudizio sul coraggio di Trasea, segnalavano il rischio reale di vederlo schernito e offeso: doveva allontanare le orecchie dalla gazzarra di insulti. Non solo Cossuziano ed Eprio erano pronti al delitto: c'erano forse altri che, per brutalit?, avrebbero osato levare le mani a colpirlo; e anche i buoni s'adattavano per paura. Meglio dunque risparmiare la vergogna di un simile scandalo a quel senato ch'egli aveva tante volte onorato con la sua presenza e lasciare nell'incertezza ci? che i senatori, vedendosi davanti Trasea in veste di imputato, avrebbero fatto. Che Nerone potesse provare vergogna dei propri delitti, era vano sperarlo; molto pi? consistente, invece, il timore che riversasse la sua crudelt? sulla moglie e sulle altre persone care a Trasea. Doveva perci? avviarsi alla fine puro e incontaminato, alto nella gloria, come quelli sul cui modello e sui cui insegnamenti aveva impostato la propria vita. Era presente alla riunione Rustico Aruleno, un giovane capace di un forte sentire, che si offriva di porre, per desiderio di gloria, il proprio veto alla decisione del senato: era infatti tribuno della plebe. Ma Trasea ne fren? l'entusiasmo: assurdo quel gesto vano, di totale inutilit? per l'accusato, ma fatale per chi lo concepiva. Quanto a s?, Trasea, non si sarebbe discostato, ora che la vita era trascorsa, dalla condotta cui s'era costantemente attenuto per tanti anni; Rustico, invece, era all'inizio della carriera politica e per lui l'avvenire non era compromesso. Doveva per? ben valutare tra s? per quale strada avviarsi nella vita politica, in tempi cos? difficili. Si riserva poi di decidere, da solo, se presentarsi o meno in senato.
 

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