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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cesare
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De bello gallico II,33
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originale
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[33] Sub vesperum Caesar portas claudi militesque ex oppido exire iussit, ne quam noctu oppidani a militibus iniuriam acciperent. Illi ante inito, ut intellectum est, consilio, quod deditione facta nostros praesidia deducturos aut denique indiligentius servaturos crediderant, partim cum iis quae retinuerant et celaverant armis, partim scutis ex cortice factis aut viminibus intextis, quae subito, ut temporis exiguitas postulabat, pellibus induxerant, tertia vigilia, qua minime arduus ad nostras munitiones accensus videbatur, omnibus copiis repente ex oppido eruptionem fecerunt. Celeriter, ut ante Caesar imperaverat, ignibus significatione facta, ex proximis castellis eo concursum est, pugnatumque ab hostibus ita acriter est ut a viris fortibus in extrema spe salutis iniquo loco contra eos qui ex vallo turribusque tela iacerent pugnari debuit, cum in una virtute omnis spes consisteret. Occisis ad hominum milibus IIII reliqui in oppidum reiecti sunt. Postridie eius diei refractis portis, cum iam defenderet nemo, atque intromissis militibus nostris, sectionem eius oppidi universam Caesar vendidit. Ab iis qui emerant capitum numerus ad eum relatus est milium LIII.
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traduzione
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Verso sera Cesare ordin? che le porte venissero chiuse e che i soldati romani lasciassero la citt?, perch? non si verificassero atti di violenza nei confronti della popolazione. Gli Atuatuci, come si cap? in seguito, avevano architettato un piano, pensando che i nostri, dopo la resa, avrebbero tolto i presidi o, almeno, avrebbero allentato la sorveglianza. Perci?, con le armi che si erano tenute e avevano nascosto oppure con scudi di corteccia o vimini intrecciati, ricoperti di pelli sul momento, come richiedeva l'esiguo tempo a disposizione, dopo mezzanotte tentarono in massa un'improvvisa sortita, puntando contro le nostre fortificazioni per la via meno erta. Rapidamente, come da ordine precedente di Cesare, furono fatte segnalazioni coi fuochi e dalle ridotte pi? vicine accorsero i nostri. Il nemico si batt? con accanimento, come si addice a guerrieri valorosi che, costretti a lottare, nel momento estremo e in una posizione difficile, contro avversari che scagliavano su di loro frecce dal vallo e dalle torri, ripongono ogni speranza di salvezza solo nel proprio valore. Ne furono uccisi circa quattromila, gli altri vennero ricacciati in citt?. Il giorno seguente furono abbattute le porte, ormai sguarnite, e i nostri soldati entrarono in citt?. Cesare vendette all'asta tutto quanto il bottino. I compratori gli riferirono il numero dei prigionieri: cinquantatremila.
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