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Ovidio


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autore
brano
 
Nepote
Storie, Datame, 5
 
originale
 
[5] Haec dum geruntur, Artaxerxes reminiscens, a quanto bello a ad quam parvam rem principem ducum misisset, se ipse reprehendit et nuntium ad exercitum Acen misit, quod nondum Datamen profectum putabat, qui diceret, ne ab exercitu discederet. Hic priusquam perveniret, quo erat profectus, in itinere convenit, qui Aspim ducebant. 2 Qua celeritate cum magnam benevolentiam regis Datames consecutus esset, non minorem invidiam aulicorum excepit, quod illum unum pluris quam se omnes fieri videbant. 3 Quo facto cuncti ad eum opprimendum consenserunt. Haec Pandantes, gazae custos regiae, amicus Datami, perscripta ei mittit, in quibus docet eum in magno fore periculo, si quid illo imperante adversi in Aegypto accidisset. 4 Namque eam esse consuetudinem regiam, ut casus adversos hominibus tribuant, secundos fortunae suae; quo fieri, ut facile impellantur ad eorum perniciem, quorum ductu res male gestae nuntientur. Illum hoc maiore fore in discrimine, quod, quibus rex maxime oboediat, eos habeat inimicissimos. 5 Talibus ille litteris cognitis, cum iam ad exercitum Acen venisset, quod non ignorabat ea vere scripta, desciscere a rege constituit. Neque tamen quicquam fecit, quod fide sua esset indignum. 6 Nam Mandroclen Magnetem exercitui praefecit; ipse cum suis in Cappadociam discedit coniunctamque huic Paphlagoniam occupat, celans, qua voluntate esset in regem. Clam cum Ariobarzane facit amicitiam, manum comparat, urbes munitas suis tuendas tradit.
 
traduzione
 
Mentre si svolgevano questi fatti, Artaserse riflettendo di aver distolto il migliore dei comandanti da una guerra tanto impegnativa per un fatto di cos? poco conto, si rimprover? e sped? ad Ace all'esercito un messaggero, perch? pensava che Dat?me non fosse ancora partito, a dirgli di non allontanarsi dall'esercito. Prima che questo arrivasse alla meta, durante il viaggio si imbatt? in quelli che conducevano prigioniero Aspi. 2 Per questa rapidit? Dat?me ottenne il grande favore del re. ma altrettanta malevolenza dei cortigiani, perch? vedevano che lui da solo era considerato pi? di tutti loro. 3 Perci? tutti quanti si trovarono d'accordo per farlo fuori. Pandante, tesoriere del re, amico di Dat?me, lo ragguaglia accuratamente per iscritto di questa trama e lo informa che avrebbe corso un grave pericolo se durante il suo comando in Egitto, gli fosse capitato qualche rovescio. 4 Era infatti consuetudine di quella monarchia di attribuire i rovesci agli uomini, i successi alla propria fortuna; ne derivava che facilmente si lasciava indurre alla rovina di quelli sotto il cui comando si riferiva esserci state sconfitte, Lui poi si sarebbe trovato in maggior pericolo, perch? aveva assai ostili i consiglieri pi? ascoltati del re. 5 Conobbe questa lettera quando gi? era tornato ad Ace presso l'esercito e poich? sapeva bene che c'erano scritte cose vere, decise di staccarsi dal re. Tuttavia non compi nessuna azione sleale. 6 Infatti mise a capo dell'esercito Mandrocle di Magnesia: lui stesso con i suoi and? in Cappadocia e occup? la Pafiagonia ad essa confinante, nascondendo le sue intenzioni nei riguardi del re. Di nascosto stringe alleanza con Ariobarzane, prepara una schiera di uomini, affida ai suoi la difesa delle citt? fortificate.
 

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