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Ovidio


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autore
brano
 
Nepote
Storie, Datame, 8
 
originale
 
[8] Haec etsi Autophrodates videbat, tamen statuit congredi quam cum tantis copiis refugere aut tam diu uno loco sedere. 2 Habebat barbarorum equitum XX, peditum centum milia, quos illi Cardacas appellant, eiusdemque generis III milia funditorum; praeterea Cappadocum VIII milia, Armeniorum X milia, Paphlagonum V milia, Phrygum X milia, Lydorum V milia, Aspendiorum et Pisidarum circiter III milia, Cilicum II, Captianorum totidem, ex Graecia conductorum III, levis armaturae maximum numerum. 3 Has adversus copias spes omnis consistebat Datami in se locique natura: namque huius partem non habebat vicesimam militum. Quibus fretus conflixit adversariorumque multa milia concidit, cum de ipsius exercitu non amplius hominum mille cecidisset; quam ob causam postero die tropaeum posuit, quo loco pridie pugnatum erat. 4 Hinc cum castra movisset semperque inferior copiis superior omnibus proeliis discederet, quod numquam manum consereret, nisi cum adversarios locorum angustiis clausisset, quod perito regionum callideque cogitanti saepe accidebat, 5 Autophrodates, cum bellum duci maiore regis calamitate quam adversariorum videret, pacem amicitiamque hortatus est, ut cum rege in gratiam rediret. 6 Quam ille etsi fidam non fore putabat, tamen condicionem accepit seque ad Artaxerxen legatos missurum dixit. Sic bellum, quod rex adversus Datamen susceperat, sedatum est. Autophrodates in Phrygiam se recepit.
 
traduzione
 
Sebbene Autofrodate si rendesse conto di questo, tuttavia decise di scontrarsi piuttosto che ritirarsi con un esercito cos? poderoso o rimanere tanto a lungo inoperoso in uno stesso luogo. 2 Aveva ventimila cavalieri barbari, centomila fanti di quelli che loro chiamano Cardaci, tremila frombolieri della stessa nazionalit?, inoltre ottomila Cappadoci, diecimila Armeni, cinquemila Pafiagoni, diecimila Frigi, cinquemila Lidi, circa tremila tra Aspendi e P?sidi, duemila Cilici, altrettanti Capziani, tremila mercenari greci, un grandissimo numero di armati alla leggera. 3 Contro un esercito siffatto tutte le speranze di Dat?me erano riposte in se stesso e nella natura del luogo: infatti non aveva la ventesima parte delle truppe di Autofrodate. Confidando in queste risorse, combatt? e uccise molte migliaia di nemici, mentre del suo esercito non caddero pi? di mille uomini. Perci? il giorno dopo innalz? un trofeo sul luogo in cui il giorno innanzi si era combattuto. 4 Spost? di l? l'accampamento e pur inferiore quanto a numero di soldati, riusc? sempre vincitore in tutte le battaglie, perch? mai si scontrava se non dopo aver chiuso i nemici in luoghi angusti, il che gli riusciva spesso, perch? conosceva bene quelle regioni ed era assai astuto stratega. 5 Autofrodate allora, rendendosi conto che la guerra si conduceva con perdite pi? gravose per il re che per gli avversari, gli consigli? la pace e l'amicizia, e di riconciliarsi quindi col re. 6 Anche se non considerava sicura tale proposta, tuttavia egli l'accett? e disse che avrebbe mandato messi ad Artaserqe. Cos? si pose fine alla guerra che il re aveva intrapreso contro Dat?me. Autofrodate si ritir? nella Frigia.
 

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