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Ovidio


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autore
brano
 
Nepote
Storie, Attico, 14
 
originale
 
[14] Nemo in convivio eius aliud acroama audivit quam anagnosten; quod nos quidem iucundissimum arbitramur: neque umquam sine aliqua lectione apud eum cenatum est, ut non minus animo quam ventre convivae delectarentur. 2 Namque eos vocabat, quorum mores a suis non abhorrerent. Cum tanta pecuniae facta esset accessio, nihil de cotidiano cultu mutavit, nihil de vitae consuetudine, tantaque usus est moderatione, ut neque in sestertio vicies, quod a patre acceperat, parum se splendide gesserit neque in sestertio centies affluentius vixerit, quam instituerat, parique fastigio steterit in utraque fortuna. 3 Nullos habuit hortos, nullam suburbanam aut maritimam sumptuosam villam, neque in Italia, praeter Arretinum et Nomentanum, rusticum praedium, omnisque eius pecuniae reditus constabat in Epiroticis et urbanis possessionibus. Ex quo cognosci potest usum eum pecuniae non magnitudine, sed ratione metiri solitum.
 
traduzione
 
Nei banchetti offerti da lui nessuno ud? altro intrattenimento che quello del lettore, cosa che io ritengo piacevolissima; e non si ? mai mangiato a casa sua senza qualche lettura, s? che i convitati non godessero nello spirito meno che nel corpo: 2. del resto invitava a pranzo quelli che avevano abitudini non diverse dalle sue. Pur avendo accumulato tanto denaro, nulla cambi? nel suo modo di vivere di sempre , nulla della sua condotta di vita; us? tanta moderazione che non visse meno splendidamente con i due milioni di sesterzi che aveva ereditato dal padre n? visse in modo piu' sfarzoso con dieci milioni di sesterzi di quanto aveva sempre fatto; seppe mantenersi con egual decoro in entrambe le situazioni. 3. Non ebbe alcun parco, nessuna villa sontuosa fuori Roma o al mare, eccetto i poderi di campagna presso Arezzo e a Mentana, ed ogni sua entrata proveniva dai possessi che aveva in Epiro e a Roma. Da ci? si pu? intuire che non era solito misurare l'importanza del denaro dalla quantit?, ma dal modo di spenderlo.
 

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