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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Livio
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Ab urbe condita II, 17
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originale
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[17] Secuti consules Opiter Verginius Sp. Cassius Pometiam primo ui, deinde uineis aliisque operibus oppugnarunt. In quos Aurunci magis iam inexpiabili odio quam spe aliqua aut occasione coorti, cum plures igni quam ferro armati excucurrissent, caede incendioque cuncta complent. Vineis incensis, multis hostium uolneratis et occisis, consulum quoque alterum?sed utrum auctores non adiciunt?graui uolnere ex equo deiectum prope interfecerunt. Romam inde male gesta re reditum; inter multos saucios consul spe incerta uitae relatus. Interiecto deinde haud magno spatio, quod uolneribus curandis supplendoque exercitui satis esset, cum ira maiore, tum uiribus etiam auctis Pometiae arma inlata. Et cum uineis refectis aliaque mole belli iam in eo esset ut in muros euaderet miles, deditio est facta. Ceterum nihilo minus foeda, dedita urbe, quam si capta foret, Aurunci passi; principes securi percussi, sub corona uenierunt coloni alii, oppidum dirutum, ager ueniit. Consules magis ob iras grauiter ultas quam ob magnitudinem perfecti belli triumpharunt.
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traduzione
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17 I consoli dell'anno successivo, Opitro Virginio e Spurio Cassio, tentarono di conquistare Pomezia prima con la forza e poi con delle vigne e con altri mezzi d'assalto. Durante l'assedio subirono un attacco degli Aurunci, i quali, spinti pi? dall'implacabilit? dell'odio che da una qualche speranza di sfruttare favorevolmente l'occasione, li assalirono armati quasi tutti di tizzoni ardenti al posto delle spade e seminarono morte e incendi dappertutto. Diedero fuoco alle vigne, ferirono e uccisero molti nemici, e addirittura uno dei consoli - anche se nelle fonti non si specifica quale dei due - fu disarcionato, ferito gravemente e per poco non perse la vita. Dopo quella disfatta si fece ritorno a Roma. Moltissimi i feriti rimpatriati e con loro anche il console, sospeso tra la vita e la morte. Non molto tempo dopo - quanto ci volle per curare le ferite e rimettere in sesto i ranghi dell'esercito -, si torn? all'attacco di Pomezia, con pi? rabbia e determinazione e con un'armata pi? consistente. Avevano gi? riattato le vigne e le altre apparecchiature e gli uomini stavano per fare breccia nelle mura, quando la citt? si arrese. Per gli Aurunci non ci fu nessuna piet?: nonostante la resa, subirono la stessa sorte che sarebbe toccata loro se la citt? fosse caduta a s?guito di un assalto. I personaggi pi? in vista furono decapitati, mentre il resto dei coloni vennero venduti come schiavi. La citt? fu rasa al suolo e la terra messa all'incanto. I consoli ebbero il trionfo pi? per aver vendicato implacabilmente gli affronti subiti che per l'importanza del successo ottenuto in guerra.
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