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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita II, 26
 
originale
 
[26] Confestim et Sabini Romanos territauere; tumultus enim fuit uerius quam bellum. Nocte in urbem nuntiatum est exercitum Sabinum praedabundum ad Anienem amnem peruenisse; ibi passim diripi atque incendi uillas. Missus extemplo eo cum omnibus copiis equitum A. Postumius, qui dictator bello Latino fuerat; secutus consul Seruilius cum delecta peditum manu. Plerosque palantes eques circumuenit, nec aduenienti peditum agmini restitit Sabina legio. Fessi cum itinere tum populatione nocturna, magna pars in uillis repleti cibo uinoque, uix fugae quod satis esset uirium habuere. Nocte una audito perfectoque bello Sabino, postero die in magna iam spe undique partae pacis, legati Aurunci senatum adeunt, ni decedatur Volsco agro bellum indicentes. Cum legatis simul exercitus Auruncorum domo profectus erat; cuius fama haud procul iam ab Aricia uisi tanto tumultu conciuit Romanos ut nec consuli ordine patres nec pacatum responsum arma inferentibus arma ipsi capientes dare possent. Ariciam infesto agmine itur; nec procul inde cum Auruncis signa conlata, proelioque uno debellatum est.
 
traduzione
 
26 Subito anche i Sabini misero in allarme i Romani: ma in effetti si tratt? pi? di una scorreria che di una guerra vera e propria. Nel pieno della notte arriv? la notizia che un contingente di razziatori sabini si trovava nei pressi dell'Aniene e stava saccheggiando e incendiando a casaccio le fattorie dei dintorni. Immediatamente venne inviato sul posto con tutta la cavalleria Aulo Postumio, il dittatore della guerra latina. Il console Servilio gli tenne dietro con dei corpi scelti di fanteria. La maggior parte dei nemici, sbandati com'erano, fu circondata dalla cavalleria e, quando sopraggiunse la colonna dei fanti, le truppe sabine non opposero resistenza. Stremati non solo dalla marcia ma dalla nottata di razzie, buona parte dei nemici, pieni di vino e cibo rastrellati nelle fattorie, riuscirono giusto a scappare con le poche energie che erano loro rimaste. Dopo che nell'arco di una sola notte erano venuti a sapere della guerra coi Sabini e l'avevano portata a termine, il giorno dopo, quando ormai si poteva contare su una pace generale, il senato ricevette una legazione degli Aurunci; costoro dissero che avrebbero dichiarato guerra a Roma se non fosse stato evacuato il territorio dei Volsci. L'esercito si era messo in movimento con loro e la notizia che era gi? stato avvistato non lontano da Aricia gett? i Romani in un tale stato di confusione che, non potendo portare, come di consuetudine, la questione di fronte al senato n? rispondere con calma a un popolo che era gi? sul piede di guerra, si armarono anche loro. Marciarono su Aricia a ranghi compatti: la battaglia avvenne nei pressi della citt? e la guerra dur? un solo scontro.
 

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