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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Livio
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Ab urbe condita II, 57
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originale
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[57] Aegre sedata ab Quinctio plebs, multo aegrius consul alter a patribus. Dimisso tandem concilio plebis senatum consules habent. Vbi cum timor atque ira in uicem sententias uariassent, quo magis spatio interposito ab impetu ad consultandum auocabantur, eo plus abhorrebant a certatione animi, adeo ut Quinctio gratias agerent quod eius opera mitigata discordia esset. Ab Appio petitur ut tantam consularem maiestatem esse uellet quanta esse in concordi ciuitate posset; dum tribunique et consules ad se quisque omnia trahant, nihil relictum esse uirium in medio; distractam laceratamque rem publicam; magis quorum in manu sit quam ut incolumis sit quaeri. Appius contra testari deos atque homines rem publicam prodi per metum ac deseri; non consulem senatui sed senatum consuli deesse; grauiores accipi leges quam in Sacro monte acceptae sint. Victus tamen patrum consensu quieuit; lex silentio perfertur.
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traduzione
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57 Fu difficile per Quinzio placare la folla, ma ancora pi? difficile fu per i senatori placare l'altro console. Aggiornata finalmente l'assemblea popolare, i consoli convocarono il senato. Durante la seduta, ci furono interventi di senso opposto, a seconda del prevalere ora della rabbia ora della prudenza. Col passare del tempo, per?, l'animosit? si trasform? in riflessione e tutti rinunciarono alla spigolosit? dell'inizio: a tal punto che arrivarono a ringraziare Quinzio per aver placato con il suo intervento i furori della folla. Ad Appio si richiese di accettare che l'autorit? dei consoli non superasse il limite di tollerabilit? all'interno di un paese caratterizzato dall'armonia: finch? i tribuni e i consoli accentravano ogni cosa nelle proprie persone, c'era un vuoto di forze nel mezzo e lo Stato si riduceva a contrasti e a divisioni interne, visto che il problema centrale non era come garantire la sicurezza ma in quali mani stesse il potere. Da parte sua Appio, invocando la testimonianza degli d?i e degli uomini, dichiar? che era colpa della codardia se lo Stato stava andando alla deriva abbandonato a se stesso; che non era il console a mancare al senato ma il senato a mancare al console e infine che si stavano accettando condizioni pi? dure di quelle accettate sul monte Sacro. Tuttavia, piegato alla fine dall'unanimit? dei senatori, si plac? e la legge pass? senza particolari opposizioni.
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