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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita III, 3
 
originale
 
[3] Relicto itaque castris praesidio egressi tanto cum tumultu inuasere fines Romanos, ut ad urbem quoque terrorem pertulerint. Necopinata etiam res plus trepidationis fecit, quod nihil minus quam ne uictus ac prope in castris obsessus hostis memor populationis esset timeri poterat; agrestesque pauidi incidentes portis non populationem nec praedonum paruas manus, sed omnia uano augentes timore exercitus et legiones adesse hostium et infesto agmine ruere ad urbem clamabant. Ab his proximi audita incerta eoque uaniora ferre ad alios. Cursus clamorque uocantium ad arma haud multum a pauore captae urbis abesse. Forte ab Algido Quinctius consul redierat Romam. Id remedium timori fuit; tumultuque sedato uictos timeri increpans hostes, praesidia portis imposuit. Vocato dein senatu cum ex auctoritate patrum iustitio indicto profectus ad tutandos fines esset Q. Seruilio praefecto urbis relicto, hostem in agris non inuenit. Ab altero consule res gesta egregie est; qui, qua uenturum hostem sciebat, grauem praeda eoque impeditiore agmine incedentem adgressus, funestam populationem fecit. Pauci hostium euasere ex insidiis, praeda omnis recepta est. Sic finem iustitio, quod quadriduum fuit, reditus Quincti consulis in urbem fecit. Census deinde actus et conditum ab Quinctio lustrum. Censa ciuium capita centum quattuor milia septingenta quattuordecim dicuntur praeter orbos orbasque. In Aequis nihil deinde memorabile actum; in oppida sua se recepere, uri sua popularique passi. Consul cum aliquotiens per omnem hostium agrum infesto agmine populabundus isset, cum ingenti laude praedaque Romam rediit.
 
traduzione
 
3 Lasciato quindi un presidio armato nell'accampamento, gli Equi fecero un'incursione cos? profonda in territorio romano da seminare il terrore addirittura a Roma. E un gesto cos? inaspettato increment? l'apprensione, perch? non c'era nulla di pi? inquietante di un nemico che, pur essendo vinto e quasi assediato all'interno del proprio accampamento, si faceva venire in mente l'idea di un'incursione. La gente di campagna, spinta dalla gran paura a riversarsi attraverso le porte, non riferiva di saccheggi e di piccole bande di razziatori, ma, ingigantendo ogni cosa per il terrore, andava in giro urlando che intere armate in assetto di guerra si precipitavano sulla citt?. Quelli che si trovavano l? riferivano ancor pi? dilatate le imprecise notizie udite da costoro. La corsa disordinata e il trambusto di quelli che gridavano ?Alle armi!? non erano molto diversi dal terrore che regna in una citt? caduta in mani nemiche. Il caso volle che il console Quinzio fosse rientrato a Roma dall'Algido. E fu proprio questo il rimedio contro la paura. Placato il tumulto, Quinzio disse indignato che il nemico tanto temuto era stato vinto e colloc? dei presidi in prossimit? delle porte. Quindi convoc? il senato, e con un decreto votato dai senatori, proclam? la sospensione delle attivit? giudiziarie. Poi, dopo aver lasciato Quinto Servilio in qualit? di prefetto della citt?, part? per difendere i confini, senza per? trovare traccia del nemico nelle campagne attraversate. L'altro console condusse le cose egregiamente: prevedendo il punto dove il nemico sarebbe passato, lo assal? mentre arrancava oberato dal peso del bottino, rendendo ben funesto agli Equi il loro saccheggio. Furono in pochi i nemici che riuscirono a scampare all'imboscata. Quanto invece al bottino, esso fu tutto recuperato. Col ritorno in citt? del console Quinzio ebbe fine anche la sospensione delle attivit? giudiziarie, rimasta in vigore per quattro giorni. In s?guito venne fatto il censimento e Quinzio ne celebr? il sacrificio conclusivo. Pare che i cittadini registrati - fatta eccezione per orfani e vedove - ammontassero a 104.714. Dopo questi avvenimenti, nel territorio degli Equi non ci fu alcuna iniziativa degna di esser menzionata: la gente si rifugi? nelle citt?, lasciando che la propria campagna fosse devastata e data alle fiamme. Il console, dopo aver compiuto con le sue schiere alcune sortite per saccheggiare il territorio nemico in tutta la sua estensione, ritorn? a Roma coperto di gloria e di bottino.
 

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