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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Livio
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Ab urbe condita III, 27
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originale
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[27] Postero die dictator cum ante lucem in forum uenisset, magistrum equitum dicit L. Tarquitium, patriciae gentis, sed qui, cum stipendia pedibus propter paupertatem fecisset, bello tamen primus longe Romanae iuuentutis habitus esset. Cum magistro equitum in contionem uenit, iustitium edicit, claudi tabernas tota urbe iubet, uetat quemquam priuatae quicquam rei agere; tum quicumque aetate militari essent armati cum cibariis in dies quinque coctis uallisque duodenis ante solis occasum Martio in campo adessent; quibus aetas ad militandum grauior esset, uicino militi, dum is arma pararet uallumque peteret, cibaria coquere iussit. Sic iuuentus discurrit ad uallum petendum. Sumpsere unde cuique proximum fuit; prohibitus nemo est; impigreque omnes ad edictum dictatoris praesto fuere. Inde composito agmine non itineri magis apti quam proelio si res ita tulisset, legiones ipse dictator, magister equitum suos equites ducit. In utroque agmine quas tempus ipsum poscebat adhortationes erant: adderent gradum; maturato opus esse, ut nocte ad hostem perueniri posset; consulem exercitumque Romanum obsideri, tertium diem iam clausos esse; quid quaeque nox aut dies ferat incertum esse; puncto saepe temporis maximarum rerum momenta uerti. 'Adcelera, signifer,' 'sequere, miles,' inter se quoque, gratificantes ducibus, clamabant. Media nocte in Algidum perueniunt et ut sensere se iam prope hostes esse, signa constituunt.
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traduzione
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27 Il giorno successivo il dittatore si present? nel foro prima dell'alba e qui nomin? maestro di cavalleria Lucio Tarquinio che, pur vantando origini patrizie, a causa della sua povert? aveva militato tra i fanti, meritandosi per? sul campo la palma del migliore tra la giovent? romana. Arrivato in assemblea col suo nuovo maestro di cavalleria, il dittatore sospende l'attivit? giudiziaria, ordina la chiusura di tutte le botteghe cittadine e vieta a chiunque di occuparsi di qualsiasi faccenda privata. Inoltre tutti coloro che erano in et? militare dovevano presentarsi in Campo Marzio con viveri per cinque giorni e dodici pioli a testa. A quelli che per l'et? troppo avanzata non erano in grado di prestare servizio militare, ordin? di preparare il rancio caldo ai vicini mobilitati, mentre questi ispezionavano le armi e cercavano i pioli. Cos? i giovani si buttarono alla ricerca dei pioli: ciascuno li and? a prendere nel punto pi? vicino, senza mai trovare resistenza nella gente. E tutti furono puntualmente a disposizione come richiesto dal dittatore. Cos?, una volta organizzati gli uomini in maniera tale da averli pronti tanto alla marcia quanto al combattimento, qualora ce ne fosse stata la necessit?, il dittatore in persona si mise a capo delle legioni, mentre il maestro di cavalleria and? a porsi alla testa dei suoi cavalieri. In entrambi gli schieramenti si udivano le incitazioni che le circostanze richiedevano. L'ordine era: accelerare il passo; bisognava fare presto per arrivare a contatto col nemico entro la notte. Il console e l'esercito romano erano intanto circondati dal nemico e ormai si trattava del terzo giorno dall'inizio dell'assedio. Cosa ogni giorno e ogni notte portino ? difficile prevederlo. E il semplice istante rappresenta spesso la svolta per eventi di grandissima importanza. Anche i soldati, per compiacere i rispettivi comandanti, si gridavano tra di loro frasi come: ?Portabandiera, accelera!? o ?Uomini, seguitemi!?. A mezzanotte arrivano sull'Algido e, intuendo di essere ormai prossimi al nemico, si fermano.
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