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Ovidio


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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita III, 45
 
originale
 
[45] Appius decreto praefatur quam libertati fauerit eam ipsam legem declarare quam Vergini amici postulationi suae praetendant; ceterum ita in ea firmum libertati fore praesidium, si nec causis nec personis uariet. In iis enim qui adserantur in libertatem, quia quiuis lege agere possit, id iuris esse: in ea quae in patris manu sit, neminem esse alium cui dominus possessione cedat. Placere itaque patrem arcessiri; interea iuris sui iacturam adsertorem non facere quin ducat puellam sistendamque in aduentum eius qui pater dicatur promittat. Aduersus iniuriam decreti cum multi magis fremerent quam quisquam unus recusare auderet, P. Numitorius puellae auus et sponsus Icilius interueniunt; dataque inter turbam uia, cum multitudo Icili maxime interuentu resisti posse Appio crederet, lictor decresse ait uociferantemque Icilium submouet. Placidum quoque ingenium tam atrox iniuria accendisset. 'Ferro hinc tibi submouendus sum, Appi' inquit, 'ut tacitum feras quod celari uis. Virginem ego hanc sum ducturus nuptamque pudicam habiturus. Proinde omnes collegarum quoque lictores conuoca; expediri uirgas et secures iube; non manebit extra domum patris sponsa Icili. Non si tribunicium auxilium et prouocationem plebi Romanae, duas arces libertatis tuendae, ademistis, ideo in liberos quoque nostros coniugesque regnum uestrae libidini datum est. Saeuite in tergum et in ceruices nostras: pudicitia saltem in tuto sit. Huic si uis adferetur, ego praesentium Quiritium pro sponsa, Verginius militum pro unica filia, omnes deorum hominumque implorabimus fidem, neque tu istud unquam decretum sine caede nostra referes. Postulo Appi, etiam atque etiam consideres quo progrediare. Verginius uiderit de filia ubi uenerit quid agat; hoc tantum sciat sibi si huius uindiciis cesserit condicionem filiae quaerendam esse. Me uindicantem sponsam in libertatem uita citius deseret quam fides.'
 
traduzione
 
45 Appio prima di pronunziarsi sottoline? quanto egli fosse favorevole alla libert?: lo dimostrava proprio la legge invocata dagli amici di Verginio per sostenere la loro richiesta. Tuttavia tale legge avrebbe continuato a essere una garanzia sicura per la libert?, solo a patto che non subisse modifiche a seconda delle situazioni e delle persone: infatti nei casi di rivendicazione della libert? - visto che chiunque poteva intentare una simile azione legale - la libert? provvisoria era un diritto garantito. Ma, nel caso di una donna che si trovava sotto l'autorit? paterna, allora la sola persona a favore della quale il padrone doveva rinunciare al possesso era appunto il padre. Di conseguenza sentenzi? di farlo chiamare. Nel frattempo colui che la rivendicava non avrebbe dovuto esser privato del diritto di portarsi a casa la ragazza, promettendo per? di farla comparire una volta che fosse arrivata la persona che sosteneva di esserne il padre. Contro l'ingiustizia della decisione si lev? un mormorio di disapprovazione, senza per? che neppure uno osasse opporvisi apertamente. A questo punto arrivarono Publio Numitorio, lo zio materno della ragazza, e il fidanzato Icilio. La folla fece loro largo poich? pensava che Icilio, col suo intervento, potesse opporsi ad Appio; un littore disse che ormai il verdetto era stato emesso e allontan? con la forza Icilio che protestava a gran voce. Un affronto tanto crudele avrebbe infiammato anche un temperamento mite. ?Se vuoi cacciarmi via di qua, o Appio, sperando di far passare sotto silenzio ci? che non vuoi venga alla luce,? grid? Icilio, ?dovrai ricorrere alle armi. Questa ragazza diventer? mia moglie e per ci? io voglio che sia pura il giorno delle nozze. Dunque chiama pure tutti i littori, anche quelli dei colleghi, ordina che si tengano pronti con le verghe e con le scuri, ma stai pur sicuro che la promessa sposa di Icilio non passer? la notte fuori dalla casa di suo padre. Se siete riusciti a togliere alla plebe romana il sostegno dei tribuni e il diritto di appello, due baluardi a difesa della libert?, non per questo ? stato concesso alla vostra lussuria pieno potere sui nostri figli e sulle nostre mogli. Infierite pure sulle nostre spalle e sulle nostre teste, ma almeno lasciate stare la castit? delle donne. Se invece cercherete di violarla con l'uso della forza, allora a difesa della mia promessa sposa io invocher? l'aiuto dei Quiriti qui presenti, Verginio, per proteggere la sua unica figlia, quello dei commilitoni e tutti noi quello degli d?i e degli uomini, mentre tu non riuscirai a eseguire questa sentenza senza versare il nostro sangue. Io ti chiedo, Appio, di valutare con estrema attenzione la strada che hai intenzione di percorrere. Verginio decider? cosa fare per la figlia non appena sar? qui. Ma di una cosa soltanto stai pur certo: se si piegher? alle pretese di quest'uomo, dovr? cercare un altro marito per la figlia. Quanto a me, nel rivendicare la libert? della mia promessa sposa, rinuncer? prima alla vita che alla parola data.?
 

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