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Ovidio


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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita III, 47
 
originale
 
[47] At in urbe prima luce cum ciuitas in foro exspectatione erecta staret, Verginius sordidatus filiam secum obsoleta ueste comitantibus aliquot matronis cum ingenti aduocatione in forum deducit. Circumire ibi et prensare homines coepit et non orare solum precariam opem, sed pro debita petere: se pro liberis eorum ac coniugibus cottidie in acie stare, nec alium uirum esse cuius strenue ac ferociter facta in bello plura memorari possent: quid prodesse si, incolumi urbe, quae capta ultima timeantur liberis suis sint patienda? Haec prope contionabundus circumibat homines. Similia his ab Icilio iactabantur. Comitatus muliebris plus tacito fletu quam ulla uox mouebat. Aduersus quae omnia obstinato animo Appius?tanta uis amentiae uerius quam amoris mentem turbauerat?in tribunal escendit, et ultro querente pauca petitore quod ius sibi pridie per ambitionem dictum non esset, priusquam aut ille postulatum perageret aut Verginio respondendi daretur locus, Appius interfatur. Quem decreto sermonem praetenderit, forsan aliquem uerum auctores antiqui tradiderint: quia nusquam ullum in tanta foeditate decreti ueri similem inuenio, id quod constat nudum uidetur proponendum, decresse uindicias secundum seruitutem. Primo stupor omnes admiratione rei tam atrocis defixit; silentium inde aliquamdiu tenuit. Dein cum M. Claudius, circumstantibus matronis, iret ad prehendendam uirginem, lamentabilisque eum mulierum comploratio excepisset, Verginius intentans in Appium manus, 'Icilio' inquit, 'Appi, non tibi filiam despondi et ad nuptias, non ad stuprum educaui. Placet pecudum ferarumque ritu promisce in concubitus ruere? Passurine haec isti sint nescio: non spero esse passuros illos qui arma habent.' Cum repelleretur adsertor uirginis a globo mulierum circumstantiumque aduocatorum, silentium factum per praeconem.
 
traduzione
 
47 A Roma stava albeggiando quando la gente, in piedi in trepida attesa nel foro, vide arrivare insieme a una folla di sostenitori Verginio vestito a lutto e con al braccio la figlia - anche lei vestita senza la minima cura -, e accompagnati da alcune matrone. L? egli cominci? ad andare in giro in mezzo alla folla e a sollecitare i singoli, non limitandosi a chiedere aiuto per misericordia, ma esigendolo come cosa dovuta. Diceva di essere ogni giorno in prima linea a difesa dei loro figli e delle loro mogli, e sosteneva che di nessun altro soldato si potevano menzionare gesta pi? coraggiose e audaci compiute in guerra. A cosa giovava se, in una citt? incolume, i suoi figli dovevano subire gli estremi mali che si temono in una citt? conquistata? Si aggirava tra la gente dicendo queste cose come se fosse stato nel pieno di un'arringa. Appelli del tutto simili venivano lanciati da Icilio. Ma il pianto silenzioso delle donne che li accompagnavano commuoveva pi? di qualsiasi discorso. Di fronte a tutte queste manifestazioni, Appio, con un pensiero fisso - tanta era la forza della follia, non dell'amore, che gli aveva sconvolto la mente -, sal? sul banco del tribunale. E mentre colui che rivendicava la ragazza si stava brevemente lamentando perch? il giorno precedente non gli era stata resa giustizia per brighe illegali, prima ancora che avesse completato la richiesta o Verginio avesse avuto l'opportunit? di ribattere, Appio lo interruppe. Forse qualche versione tramandata dagli antichi autori del discorso che egli premise alla sentenza risponde al vero. Ma dato che, per l'enormit? della sentenza, non mi ? stato possibile trovarne una che fosse plausibile, mi sembra opportuno riferire i nudi fatti riconosciuti da tutti; cio? che Appio accord? la schiavit? provvisoria. Dapprima lo stupore destato da una simile atrocit? paralizz? tutti e per qualche minuto fu il silenzio generale. Poi, quando Marco Claudio, che si era fatto largo tra le matrone per afferrare la ragazza, venne accolto dal coro di singhiozzi e di lacrime delle donne, Verginio, minacciando Appio con il pugno chiuso, grid?: ?Mia figlia, Appio, l'ho promessa a Icilio e non a te, e l'ho allevata per le nozze, non per lo stupro. A te piace fare come le bestie e gli animali selvatici che si accoppiano a caso? Se questa gente lo permetter?, non lo so: ma spero che non lo permetteranno quelli che possiedono le armi!? Quando l'individuo che reclamava la ragazza venne respinto dal gruppo di donne e di conoscenti che le stavano attorno, un araldo ordin? di fare silenzio.
 

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