LETTERATURA torna alla homepage
PRECICERONIANA CICERONIANA AUGUSTEA IMPERIALE RISORSE
     
Ovidio


  Cerca







Progetto Ovidio - database

 

 


 torna alla pagina precedente
 passim precedente

autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita IV, 14
 
originale
 
[14] Postero die, dispositis praesidiis cum in forum descendisset conuersaque in eum plebs novitate rei ac miraculo esset, et Maeliani atque ipse dux eorum in se intentam vim tanti imperii cernerent, expertes consiliorum regni qui tumultus, quod bellum repens aut dictatoriam maiestatem aut Quinctium post octogesimum annum rectorem rei publicae quaesisset rogitarent, missus ab dictatore Seruilius magister equitum ad Maelium "vocat te" inquit, "dictator". Cum pauidus ille quid vellet quaereret, Seruiliusque causam dicendam esse proponeret crimenque a Minucio delatum ad senatum diluendum, tunc Maelius recipere se in cateruam suorum, et primum circumspectans tergiuersari, postremo cum apparitor iussu magistri equitum duceret, ereptus a circumstantibus fugiensque fidem plebis Romanae implorare, et opprimi se consensu patrum dicere, quod plebi benigne fecisset; orare ut opem sibi ultimo in discrimine ferrent neue ante oculos suos trucidari sinerent. Haec eum vociferantem adsecutus Ahala Seruilius obtruncat, respersusque cruore, stipatus caterua patriciorum iuvenum, dictatori renuntiat vocatum ad eum Maelium, repulso apparitore concitantem multitudinem, poenam meritam habere. Tum dictator "Macte virtute" inquit, "C. Seruili, esto liberata re publica".
 
traduzione
 
14 Il giorno successivo, dopo aver disposto i pres?di, scese nel foro attirandosi gli sguardi della plebe sorpresa e stupita. I seguaci di Melio e il loro stesso capo avevano capito che l'onnipotenza di quella magistratura era diretta contro di loro, e quelli che erano all'oscuro del complotto monarchico, si chiedevano quale disordine, quale improvvisa guerra avessero resa necessaria l'autorit? di un dittatore o la nomina dell'ottantenne Quinzio a reggere la repubblica. Il maestro della cavalleria Servilio, mandato dal dittatore, disse a Melio: ?Il dittatore ti convoca.? Quando Melio, in preda al panico, chiese che cosa volesse da lui Cincinnato, Servilio gli rispose che avrebbe dovuto perorare la propria causa difendendosi da un'accusa presentata da Minucio di fronte al senato. Allora Melio, rifugiatosi nel gruppo dei seguaci, cerc? sulle prime di prendere tempo guardandosi intorno. Ma poi, quando il littore inviato dal maestro della cavalleria stava per condurlo via, fu sottratto all'arresto dall'intervento dei suoi. Mentre tentava di scappare, chiedeva supplice la protezione del popolo romano, sostenendo di essere vittima di una congiura dei patrizi per il bene che aveva fatto alla plebe. Implor? i presenti di aiutarlo in quel pericolo estremo e di non permettere che lo trucidassero davanti ai loro occhi. E mentre cos? gridava, Aala Servilio lo raggiunse e lo uccise; poi, ancora grondante di sangue e scortato da un gruppo di giovani patrizi, rifer? al dittatore che Melio, convocato a comparire alla sua presenza, aveva respinto il littore e quindi aveva avuto la giusta pena mentre tentava di sobillare il popolo. Allora il dittatore gli disse: ?Gloria a te, Gaio Servilio, perch? hai liberato la repubblica!?
 

aggiungi questa pagina ai preferiti aggiungi ai preferiti imposta progettovidio come pagina iniziale imposta come pagina iniziale  torna su

tutto il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti, ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski

  HOMEPAGE

  SEGNALA IL SITO

  FAQ 

ideatore, responsabile e content editor NUNZIO CASTALDI (bukowski)
powered by www.weben.it

Licenza Creative Commons
i contenuti di questo sito sono coperti da Licenza Creative Commons