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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita IV, 22
 
originale
 
[22] Dictator omnes luce prima extra portam Collinam adesse iubet. Quibuscumque vires suppetebant ad arma ferenda praesto fuere. Signa ex aerario prompta feruntur ad dictatorem. Quae cum agerentur, hostes in loca altiora concessere. Eo dictator agmine infesto subit; nec procul Nomento signis conlatis fudit Etruscas legiones. Compulit inde in urbem Fidenas valloque circumdedit; sed neque scalis capi poterat urbs alta et munita neque in obsidione vis ulla erat, quia frumentum non necessitati modo satis, sed copiae quoque abunde ex ante conuecto sufficiebat. Ita expugnandi pariter cogendique ad deditionem spe amissa, dictator in locis propter propinquitatem notis ab auersa parte urbis, maxime neglecta quia suapte natura tutissima erat, agere in arcem cuniculum instituit. Ipse diversissimis locis subeundo ad moenia quadrifariam diviso exercitu qui alii aliis succederent ad pugnam, continenti die ac nocte proelio ab sensu operis hostes auertebat, donec perfosso monte erecta in arcem via est, intentisque Etruscis ad uanas a certo periculo minas clamor supra caput hostilis captam urbem ostendit. Eo anno C. Furius Paculus et M. Geganius Macerinus censores villam publicam in campo Martio probauerunt, ibique primum census populi est actus.
 
traduzione
 
22 Il dittatore ordin? a tutti di trovarsi fuori dalla porta Collina alle prime luci del giorno. Quelli che avevano forze sufficienti per portare armi si misero tutti a disposizione. Le insegne vennero prese dall'erario e consegnate al dittatore. Mentre si svolgevano tali preparativi, i nemici si ritirarono su posizioni pi? elevate. Il dittatore punt? contro di loro con le truppe pronte a dare battaglia e non lontano da Nomento si scontr? con le legioni etrusche mettendole in fuga. Di l? le costrinse a riparare nella citt? di Fidene che circond? con un vallo. Ma la citt?, alta e ben fortificata, non poteva essere presa nemmeno con l'uso di scale, e l'assedio non serviva a nulla perch? il frumento precedentemente raccolto non solo bastava alle necessit? interne, ma avanzava. Perduta cos? ogni speranza sia di espugnare la citt?, sia di costringerla alla resa, il dittatore - che conosceva benissimo quella zona per la sua vicinanza a Roma - ordin? di scavare una galleria verso la cittadella, partendo dalla parte opposta della citt?, che risultava essere la meno vigilata essendo gi? ben protetta dalla sua stessa configurazione naturale. Poi, avanzando contro la citt? da punti diversissimi, dopo aver diviso in quattro gruppi le forze a disposizione - in maniera tale che ciascuno di essi potesse avvicendare l'altro durante la battaglia -, combattendo ininterrottamente giorno e notte il dittatore riusc? a distrarre l'attenzione dei nemici dallo scavo. Finch?, scavato tutto il monte, fu aperto un passaggio dal campo alla cittadella. E mentre gli Etruschi continuavano a concentrarsi su vane minacce, senza rendersi conto del vero pericolo, l'urlo dei nemici sopra le loro teste fece loro capire che la citt? era stata presa. Quell'anno i censori Gaio Furio Paculo e Marco Geganio Macerino collaudarono in Campo Marzio un edificio pubblico nel quale ebbe luogo per la prima volta il censimento della popolazione.
 

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