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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita V, 35
 
originale
 
[35] Alia subinde manus Cenomanorum Etitouio duce uestigia priorum secuta eodem saltu fauente Belloueso cum transcendisset Alpes, ubi nunc Brixia ac Verona urbes sunt locos tenuere. Libui considunt post hos Salluuiique, prope antiquam gentem Laeuos Ligures incolentes circa Ticinum amnem. Poenino deinde Boii Lingonesque transgressi cum iam inter Padum atque Alpes omnia tenerentur, Pado ratibus traiecto non Etruscos modo sed etiam Vmbros agro pellunt; intra Appenninum tamen sese tenuere. Tum Senones, recentissimi aduenarum, ab Vtente flumine usque ad Aesim fines habuere. Hanc gentem Clusium Romamque inde uenisse comperio: id parum certum est, solamne an ab omnibus Cisalpinorum Gallorum populis adiutam. Clusini nouo bello exterriti, cum multitudinem, cum formas hominum inuisitatas cernerent et genus armorum, audirentque saepe ab iis cis Padum ultraque legiones Etruscorum fusas, quamquam aduersus Romanos nullum eis ius societatis amicitiaeue erat, nisi quod Veientes consanguineos aduersus populum Romanum non defendissent, legatos Romam qui auxilium ab senatu peterent misere. De auxilio nihil impetratum; legati tres M. Fabi Ambusti filii missi, qui senatus populique Romani nomine agerent cum Gallis ne a quibus nullam iniuriam accepissent socios populi Romani atque amicos oppugnarent. Romanis eos bello quoque si res cogat tuendos esse; sed melius uisum bellum ipsum amoueri si posset, et Gallos nouam gentem pace potius cognosci quam armis.
 
traduzione
 
35 S?bito dopo, un'altra ondata di Galli - questa volta Cenomani guidati da Etitovio - segu? le orme dei predecessori e, dopo aver valicato le Alpi nello stesso punto con l'appoggio di Belloveso, si and? a stanziare l? dove oggi si trovano le citt? di Brescia e Verona. Dopo di loro, Libui e Salluvi si stabilirono presso l'antico popolo dei Liguri Levi che vive nelle vicinanze del fiume Ticino. Quando poi Boi e Lingoni superarono le Alpi Pennine e trovarono che tutte le terre comprese tra il Po e le Alpi stesse erano gi? state occupate, attraversarono il Po a bordo di zattere e scacciarono dalle loro terre non solo gli Etruschi ma anche gli Umbri, senza per? spingersi al di l? degli Appennini. Fu allora che i Senoni, gli ultimi Galli a invadere la penisola, occuparono la zona compresa tra i fiumi Montone ed Esino. E stando a quanto mi risulta, fu proprio questa la popolazione gallica che si rivers? su Chiusi e di l? su Roma. Rimane incerto se fossero soli oppure ebbero aiuti da tutte le trib? della Gallia Cisalpina. Gli abitanti di Chiusi, atterriti da questo strano conflitto, quando si trovarono di fronte quella massa di uomini dalle caratteristiche somatiche e dalle armi mai viste prima, sentendosi ripetere che quelle stesse orde avevano gi? pi? volte sbaragliato le legioni etrusche da una parte e dall'altra del Po, pur non avendo coi Romani alcun vincolo di alleanza e di amicizia (salvo forse il fatto di non essere intervenuti a fianco dei consanguinei di Veio nella lotta contro il popolo romano), inviarono ambasciatori a Roma per chiedere aiuto al senato. Non riuscirono a ottenere nessun aiuto, ma i tre figli di Marco Fabio Ambusto vennero inviati in qualit? di ambasciatori per trattare coi Galli, a nome del senato e del popolo romano, affinch? questi ultimi non attaccassero gli alleati e gli amici del popolo romano, dai quali non avevano ricevuto alcun torto. Se le circostanze lo richiedevano, i Romani erano pronti a difendere gli alleati e amici, anche a costo di affrontare un conflitto. Ma siccome era parso pi? opportuno evitare, se possibile, la guerra, Roma avrebbe preferito fare la conoscenza di quel nuovo popolo - cio? i Galli - in una maniera pacifica piuttosto che col ricorso alle armi.
 

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