LETTERATURA torna alla homepage
PRECICERONIANA CICERONIANA AUGUSTEA IMPERIALE RISORSE
     
Ovidio


  Cerca







Progetto Ovidio - database

 

 


 torna alla pagina precedente
 passim precedente

autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita VI, 9
 
originale
 
[9] Ceterum animus ducis rei maiori, Antio, imminebat: id caput Volscorum, eam fuisse originem proximi belli. Sed magno apparatu tormentis machinisque tam ualida quia nisi urbs capi non poterat, relicto ad exercitum collega Romam est profectus, ut senatum ad excidendum Antium hortaretur. Inter sermonem eius?credo rem Antiatem diuturniorem manere dis cordi fuisse?legati ab Nepete ac Sutrio auxilium aduersus Etruscos petentes ueniunt, breuem occasionem esse ferendi auxilii memorantes. Eo uim Camilli ab Antio fortuna auertit. Namque cum ea loca opposita Etruriae et uelut claustra inde portaeque essent, et illis occupandi ea cum quid noui molirentur et Romanis reciperandi tuendique cura erat. Igitur senatui cum Camillo agi placuit ut omisso Antio bellum Etruscum susciperet; legiones urbanae quibus Quinctius praefuerat ei decernuntur. Quamquam expertum exercitum adsuetumque imperio qui in Volscis erat mallet, nihil recusauit; Valerium tantummodo imperii socium depoposcit. Quinctius Horatiusque successores Valerio in Volscos missi. Profecti ab urbe Sutrium Furius et Valerius partem oppidi iam captam ab Etruscis inuenere, ex parte altera intersaeptis itineribus aegre oppidanos uim hostium ab se arcentes. Cum Romani auxilii aduentus tum Camilli nomen celeberrimum apud hostes sociosque et in praesentia rem inclinatam sustinuit et spatium ad opem ferendam dedit. Itaque diuiso exercitu Camillus collegam in eam partem circumductis copiis quam hostes tenebant moenia adgredi iubet, non tanta spe scalis capi urbem posse quam ut auersis eo hostibus et oppidanis iam pugnando fessis laxaretur labor et ipse spatium intrandi sine certamine moenia haberet. Quod simul utrimque factum esset ancepsque terror Etruscos circumstaret, et moenia summa ui oppugnari et intra moenia esse hostem [ut] uiderunt, porta se, quae una forte non obsidebatur, trepidi uno agmine eiecere. Magna caedes fugientium et in urbe et per agros est facta: plures a Furianis intra moenia caesi, Valeriani expeditiores ad persequendos fuere, nec ante noctem, quae conspectum ademit, finem caedendi fecere. Sutrio recepto restitutoque sociis Nepete exercitus ductus, quod per deditionem acceptum iam totum Etrusci habebant.
 
traduzione
 
9 Ma i pensieri del comandante erano rivolti a una questione di ben altre proporzioni, e cio? ad Anzio, capitale dei Volsci, e causa della recente guerra. Ma siccome una citt? tanto potente non la si poteva prendere se non con l'impiego di un massiccio spiegamento di macchine da guerra e di ordigni da lancio, Camillo, dopo aver lasciato il comando dell'esercito al collega, part? alla volta di Roma per spingere il senato a distruggere Anzio. Mentre egli stava parlando - ho l'impressione che agli d?i stesse a cuore che la potenza di Anzio durasse pi? a lungo -, da Nepi e da Sutri arrivarono ambasciatori per chiedere aiuto contro gli Etruschi, insistendo sull'urgenza del soccorso. Cos? la sorte rivolse in quella direzione la forza di Camillo allontanandola da Anzio. Siccome quelle due citt? si trovavano sul confine con l'Etruria e ne costituivano, per cos? dire, la chiave e le porte, gli Etruschi facevano di tutto per occuparle, quando macchinavano qualcosa di nuovo, mentre i Romani si preoccupavano di riprenderle e proteggerle. Pertanto il senato decise di convincere Camillo a lasciar perdere Anzio e ad occuparsi della guerra contro gli Etruschi, assegnandogli quelle legioni urbane che erano state agli ordini di Quinzio. Camillo avrebbe preferito l'esercito esperto e abituato al suo comando che al momento si trovava nel territorio dei Volsci, ci? non ostante non fece alcuna obiezione, chiedendo soltanto che gli venisse associato al comando Valerio. Quinzio e Orazio vennero inviati a sostituire Valerio nella campagna contro i Volsci. Partiti da Roma alla volta di Sutri, Furio e Valerio trovarono per? che parte della citt? era gi? finita in mano degli Etruschi, e che nell'altra parte gli abitanti, dopo aver sbarrato tutte le vie d'accesso, riuscivano a stento a contenere gli assalti del nemico. L'arrivo di aiuti da Roma e in particolare la grandissima fama di cui Camillo godeva presso nemici e alleati permisero di ristabilire momentaneamente la situazione gi? compromessa e concessero il tempo necessario per organizzare il soccorso. Diviso in due l'esercito, Camillo diede disposizione al collega di operare una manovra di accerchiamento e di dare l'assalto alle mura nel settore occupato dai nemici. La sua speranza non era tanto di poter prendere la citt? con l'uso di scale, quanto di richiamare i nemici in quel punto (concedendo cos? agli abitanti, ormai stremati dal continuo combattere, un attimo di tregua), e di avere l'opportunit? di entrare in citt? senza combattere. Entrambe le operazioni vennero messe in pratica simultaneamente: gli Etruschi sentendosi minacciati da ambo le parti e vedendo che le mura erano attaccate con estrema violenza e che i nemici erano ormai in citt?, colti da terrore si gettarono in massa fuori dalla sola porta che casualmente non era assediata. La fuga nei campi e all'interno della citt? fin? comunque in un bagno di sangue. La maggior parte di essi venne fatta a pezzi dai soldati di Furio all'interno delle mura. Gli uomini di Valerio furono pi? veloci nell'inseguimento e posero fine al massacro solo quando il calar della notte tolse la visibilit?. Dopo aver riconquistato e riconsegnato Sutri agli alleati, l'esercito marci? alla volta di Nepi, che essendosi ormai arresa era ora in completa bal?a degli Etruschi.
 

aggiungi questa pagina ai preferiti aggiungi ai preferiti imposta progettovidio come pagina iniziale imposta come pagina iniziale  torna su

tutto il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti, ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski

  HOMEPAGE

  SEGNALA IL SITO

  FAQ 

ideatore, responsabile e content editor NUNZIO CASTALDI (bukowski)
powered by www.weben.it

Licenza Creative Commons
i contenuti di questo sito sono coperti da Licenza Creative Commons