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Ovidio


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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita VI, 15
 
originale
 
[15] Ita suspensis rebus dictator accitus ab exercitu in urbem uenit. postero die senatu habito, cum satis periclitatus uoluntates hominum discedere senatum ab se uetuisset, stipatus ea multitudine sella in comitio posita uiatorem ad M. Manlium misit; qui dictatoris iussu uocatus, cum signum suis dedisset adesse certamen, agmine ingenti ad tribunal uenit. hinc senatus, hinc plebs, suum quisque intuentes ducem, uelut in acie constiterant. tum dictator silentio facto, 'utinam' inquit, 'mihi patribusque Romanis ita de ceteris rebus cum plebe conueniat, quemadmodum, quod ad te attinet eamque rem quam de te sum quaesiturus conuenturum satis confido. spem factam a te ciuitati uideo fide incolumi ex thesauris Gallicis, quos primores patrum occultent, creditum solui posse. cui ego rei tantum abest ut impedimento sim ut contra te, M. Manli, adhorter, liberes fenore plebem Romanam et istos incubantes publicis thesauris ex praeda clandestina euoluas. quod nisi facis, siue ut et ipse in parte praedae sis siue quia uanum indicium est, in uincla te duci iubebo nec diutius patiar a te multitudinem fallaci spe concitari.' ad ea Manlius nec se fefellisse ait non aduersus Volscos, totiens hostes quotiens patribus expediat, nec aduersus Latinos Hernicosque, quos falsis criminibus in arma agant, sed aduersus se ac plebem Romanam dictatorem creatum esse; iam omisso bello quod simulatum sit, in se impetum fieri; iam dictatorem profiteri patrocinium feneratorum aduersus plebem; iam sibi ex fauore multitudinis crimen et perniciem quaeri. 'offendit' inquit, 'te, A. Corneli, uosque, patres conscripti, circumfusa turba lateri meo? quin eam diducitis a me singuli uestris beneficiis, intercedendo, eximendo de neruo ciues uestros, prohibendo iudicatos addictosque duci, ex eo quod afluit opibus uestris sustinendo necessitates aliorum? sed quid ego uos de uestro impendatis hortor? sortem reliquam ferte: de capite deducite quod usuris pernumeratum est; iam nihilo mea turba quam ullius conspectior erit. at enim quid ita solus ego ciuium curam ago? nihilo magis quod respondeam habeo quam si quaeras quid ita solus Capitolium arcemque seruauerim. et tum uniuersis quam potui opem tuli et nunc singulis feram. nam quod ad thesauros Gallicos attinet, rem suapte natura facilem difficilem interrogatio facit. cur enim quaeritis quod scitis? cur quod in sinu uestro est excuti iubetis potius quam ponatis, nisi aliqua fraus subest? quo magis argui praestigias iubetis uestras, eo plus uereor ne abstuleritis obseruantibus etiam oculos. itaque non ego uobis ut indicem praedas uestras, sed uos id cogendi estis ut in medium proferatis.'
 
traduzione
 
15 Siccome la situazione era cos? critica, il dittatore venne richiamato dal fronte e arriv? a Roma. Il giorno successivo convoc? una seduta del senato. Qui, dopo aver ben saggiato lo stato d'animo generale, e dopo aver ingiunto ai senatori di non allontanarsi, attorniato da un gran numero di essi, sistem? la sua sedia curule nel comizio e invi? un messo a Marco Manlio. Questi, convocato dal dittatore, dopo aver fatto segno ai suoi che lo scontro era imminente, si present? in tribunale accompagnato da un codazzo di sostenitori. Schierati come su un campo di battaglia, il senato da una parte e la plebe dall'altra tenevano gli occhi puntati sui rispettivi capi. Allora il dittatore, dopo aver intimato il silenzio, disse: ?Magari io e i senatori romani riuscissimo a trovare un accordo con la plebe su tutte le altre questioni, cos? come sono sicuro che ci accorderemo per quanto ti riguarda e per la richiesta che sto per rivolgerti. So che tu hai fatto sperare alla cittadinanza di poter pagare i debiti, senza attentare ai contratti, attingendo a quei tesori dei Galli che alcuni tra i patrizi pi? in vista starebbero nascondendo. Sono cos? lontano dall'ostacolare questa proposta che ti esorto, o Marco Manlio, a liberare dall'usura la plebe romana e a smascherare quelli che covano i tesori dello Stato, strappando loro la preda nascosta. Se non lo farai, o perch? hai tu stesso parte alla rapina o perch? la tua denuncia non ha alcun fondamento, io dar? ordine di arrestarti e non permetter? che tu possa sobillare pi? a lungo la massa con false promesse.? A queste parole Manlio rispose che non gli era sfuggito come il dittatore fosse stato nominato non tanto contro i Volsci, considerati nemici ogni qualvolta conveniva ai patrizi, n? contro Latini ed Ernici, che con false accuse i nobili stavano spingendo ad entrare in guerra, quanto piuttosto contro la propria persona e contro la plebe romana. Ormai essi, dopo aver messo da parte il conflitto che era stato un semplice pretesto, si accingevano ad attaccare lui: il dittatore si professava gi? apertamente difensore degli usurai contro la plebe e gi? si cercava di trovare nel favore popolare un motivo di accusa per rovinare lui. ?A te, o Aulo Cornelio, e a voi, o senatori?, disse, ?d? forse fastidio la massa di persone che mi circonda? Perch? non la allontanate da me facendo del bene a ciascuno di essi, intervenendo a favore dei debitori, sciogliendo i vostri concittadini dai ceppi, impedendo che essi vengano processati e ridotti in schiavit? o impiegando il superfluo delle vostre sostanze per venire incontro alle necessit? altrui? Ma perch? chiedervi di spendere del vostro denaro? Accontentatevi di quanto resta del debito, scalando dal capitale di partenza ci? che ? gi? stato interamente pagato in interessi, e vedrete che il mio seguito non dar? nell'occhio pi? di quanto non faccia quello di chiunque altro. Ma perch? io sono l'unico che si prende a cuore la sorte dei concittadini? La mia risposta sarebbe identica a quella che darei se mi si domandasse perch? sono stato il solo a salvare il Campidoglio e la rocca. E come allora ho fatto del mio meglio per aiutare tutta la comunit?, cos? adesso cercher? di aiutare dei singoli individui. Per quel che riguarda poi il tesoro dei Galli, si tratta di una questione di per s? semplice ma resa difficile dalle tue domande. Perch? chiedete di una cosa che gi? sapete? Perch? ci ordinate di strapparvelo dalle tasche, invece di tirarlo fuori spontaneamente, se non c'? sotto qualche inganno? Quanto pi? voi ci imponete di smascherare i vostri giochi di prestigio, tanto pi? temo che vogliate cavare gli occhi a chi vi osserva. Dunque non sono io che devo denunciare a voi le vostre appropriazioni, ma siete voi che dovete renderle di pubblico dominio.?
 

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