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Ovidio


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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita VI, 16
 
originale
 
[16] Cum mittere ambages dictator iuberet et aut peragere uerum indicium cogeret aut fateri facinus insimulati falso crimine senatus oblataeque uani furti inuidiae, negantem arbitrio inimicorum se locuturum in uincla duci iussit. arreptus a uiatore 'Iuppiter' inquit, 'optime maxime Iunoque regina ac Minerua ceterique di deaeque, qui Capitolium arcemque incolitis, sicine uestrum militem ac praesidem sinitis uexari ab inimicis? haec dextra, qua Gallos fudi a delubris uestris, iam in uinclis et catenis erit?' nullius nec oculi nec aures indignitatem ferebant; sed inuicta sibi quaedam patientissima iusti imperii ciuitas fecerat, nec aduersus dictatoriam uim aut tribuni plebis aut ipsa plebs attollere oculos aut hiscere audebant. coniecto in carcerem Manlio satis constat magnam partem plebis uestem mutasse, multos mortales capillum ac barbam promisisse, obuersatamque uestibulo carceris maestam turbam. dictator de Volscis triumphauit, inuidiaeque magis triumphus quam gloriae fuit; quippe domi non militiae partum eum actumque de ciue non de hoste fremebant: unum defuisse tantum superbiae, quod non M. Manlius ante currum sit ductus. iamque haud procul seditione res erat; cuius leniendae causa postulante nullo largitor uoluntarius repente senatus factus Satricum coloniam duo milia ciuium Romanorum deduci iussit. bina iugera et semisses agri adsignati; quod cum et paruum et paucis datum et mercedem esse prodendi M. Manli interpretarentur, remedio inritatur seditio. et iam magis insignis et sordibus et facie reorum turba Manliana erat, amotusque post triumphum abdicatione dictaturae terror et linguam et animos liberauerat hominum.
 
traduzione
 
16 Il dittatore gli ordin? allora di lasciar da parte i giri di parole e lo costrinse o ad attribuire un fondamento di verit? alla sua denuncia oppure ad ammettere di aver accusato il senato con una falsa imputazione e di avergli addossato l'odiosit? di un furto inesistente. Ma siccome Manlio disse che non avrebbe parlato ad arbitrio dei propri avversari, il dittatore ordin? di arrestarlo. Mentre veniva trascinato in prigione dall'ufficiale di servizio ?Giove Ottimo Massimo?, disse, ?e tu Giunone Regina e Minerva e voi, gli altri d?i e dee che abitate sul Campidoglio e sulla rocca, dunque permettete che il vostro campione e difensore sia cos? maltrattato dai suoi avversari? Questa destra, con la quale ho cacciato i Galli dai vostri santuari, sar? dunque stretta in ceppi e catene??. Quell'infame spettacolo era intollerabile per le orecchie e gli occhi di ognuno. Ma c'erano certe regole che i cittadini, profondamente sottomessi alla legittima autorit?, consideravano intoccabili. E n? i tribuni della plebe, n? la plebe stessa osavano alzare gli occhi o proferire verbo di fronte all'autorit? del dittatore. Tuttavia, dopo che Manlio venne messo in carcere - lo si sa con certezza - buona parte dei plebei si vestirono a lutto, molti uomini si lasciarono crescere barba e capelli e una mesta folla cominci? ad aggirarsi di fronte all'entrata della prigione. Il dittatore celebr? il trionfo sui Volsci, ma il trionfo gli procur? pi? odio che gloria: la gente infatti mormorava che egli l'aveva conquistato non sul campo di battaglia ma in patria e non contro un nemico ma contro un cittadino. Una sola cosa gli era venuta a mancare in quell'eccesso di superbia: Marco Manlio non era stato fatto marciare davanti al suo carro. Ormai la situazione stava per degenerare in una sommossa: per placare gli animi, senza per? che nessuno ne avesse fatto richiesta, il senato divenne all'improvviso generoso e ordin? che due mila coloni romani fondassero una colonia a Satrico. A ciascuno di essi vennero assegnati due iugeri e mezzo di terra. Ma siccome il gesto venne interpretato come una donazione limitata in quantit? e ristretta a un ?mbito di pochi e come ricompensa per l'abbandono di Marco Manlio, il rimedio non fece che aggravare la tensione in atto. I sostenitori di Manlio si facevano notare ancora pi? di prima per gli abiti a lutto e per l'aspetto che assumevano di imputati, mentre la gente, liberata dalla paura da quando il dittatore aveva rinunciato alla carica s?bito dopo il trionfo, si era rinfrancata nell'animo e nel dire.
 

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