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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Livio
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Ab urbe condita VII, 9
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originale
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[9] Insequenti anno cum C. Sulpicius et C. Licinius Caluus consules in Hernicos exercitum duxissent neque inuentis in agro hostibus Ferentinum urbem eorum ui cepissent, reuertentibus inde eis Tiburtes portas clausere. Ea ultima fuit causa, cum multae ante querimoniae ultro citroque iactatae essent, cur per fetiales rebus repetitis bellum Tiburti populo indiceretur. Dictatorem T. Quinctium Poenum eo anno fuisse satis constat et magistrum equitum Ser. Cornelium Maluginensem. Macer Licinius comitiorum habendorum causa et ab Licinio consule dictum scribit, quia collega comitia bello praeferre festinante ut continuaret consulatum, obuiam eundum prauae cupiditati fuerit. Quaesita ea propriae familiae laus leuiorem auctorem Licinium facit: cum mentionem eius rei in uetustioribus annalibus nullam inueniam, magis ut belli Gallici causa dictatorem creatum arbitrer inclinat animus. Eo certe anno Galli ad tertium lapidem Salaria uia trans pontem Anienis castra habuere. Dictator cum tumultus Gallici causa iustitium edixisset, omnes iuniores sacramento adegit ingentique exercitu ab urbe profectus in citeriore ripa Anienis castra posuit. Pons in medio erat, neutris rumpentibus ne timoris indicium esset. Proelia de occupando ponte crebra erant, nec qui potirentur incertis uiribus satis discerni poterat. Tum eximia corporis magnitudine in uacuum pontem Gallus processit et quantum maxima uoce potuit "quem nunc" inquit "Roma uirum fortissimum habet, procedat agedum ad pugnam, ut noster duorum euentus ostendat utra gens bello sit melior."
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traduzione
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9 L'anno successivo i consoli Gaio Sulpicio e Gaio Licinio Calvo guidarono l'esercito contro gli Ernici. Ma non avendo trovato nemici in campo aperto, espugnarono la citt? ernica di Ferentino. Mentre per? stavano tornando, i Tiburtini chiusero loro le porte in faccia. In passato, da entrambe le parti, c'erano state numerose lamentele. Quello per? fu il motivo che spinse i Romani a dichiarare guerra ai Tiburtini dopo aver inviato loro i feziali con le richieste di riparazione.
Le fonti concordano nell'affermare che quell'anno vennero nominati dittatore Tito Quinzio Peno e maestro di cavalleria Servio Cornelio Maluginense. Licinio Macro sostiene che tale nomina fosse dovuta alla necessit? di tenere delle elezioni e che l'avesse effettuata il console Licinio. Questi, vedendo che il suo collega si affrettava a tenere le elezioni prima dell'inizio della campagna per poter ottenere la proroga del consolato, si sent? in dovere di opporsi a quel progetto criminoso. Ma il tentativo fatto da Licinio di mettere in buona luce la propria famiglia rende meno attendibile la sua versione dei fatti. Dato che negli annali pi? antichi non ho trovato traccia dell'episodio, sono pi? propenso a credere che il dittatore sia stato nominato in occasione di una guerra contro i Galli. In ogni caso, fu proprio in quell'anno che i Galli si accamparono a tre miglia da Roma, sulla via Salaria, al di l? del ponte sull'Aniene.
Il dittatore, proclamata la sospensione dell'attivit? giudiziaria a s?guito dell'incombente minaccia costituita dai Galli, mobilit? tutti i giovani in et? militare. Partito da Roma con un esercito di ragguardevoli proporzioni, si accamp? sulla riva meridionale dell'Aniene. Tra i due eserciti c'era il ponte, ma nessuno osava abbatterlo per non dare l'impressione di avere paura. C'erano frequenti scaramucce per occupare il ponte, ma le forze erano cos? equilibrate che non si poteva stabilire chi ne avesse il controllo. Fu allora che un soldato gallico dal fisico possente si fece avanti sul ponte deserto e url? con quanta voce aveva in gola: ?Si faccia avanti a combattere il guerriero pi? forte che c'? adesso a Roma, cos? che l'esito del nostro duello stabilisca quale dei due popoli ? superiore in guerra?.
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