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Ovidio


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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita VII, 36
 
originale
 
[36] Omnes transierunt; uadentemque per intermissa custodiis loca Decium secuti sunt. Iam euaserant media castra, cum superscandens uigilum strata somno corpora miles offenso scuto praebuit sonitum; quo excitatus uigil cum proximum mouisset erectique alios concitarent, ignari ciues an hostes essent, praesidium erumperet an consul castra cepisset, Decius, quoniam non fallerent, clamorem tollere iussis militibus torpidos somno insuper pauore exanimat, quo praepediti nec arma impigre capere nec obsistere nec insequi poterant. Inter trepidationem tumultumque Samnitium praesidium Romanum obuiis custodibus caesis ad castra consulis peruadit. Aliquantum supererat noctis iamque in tuto uidebantur esse, cum Decius "macte uirtute" inquit, "milites Romani, este; uestrum iter ac reditum omnia saecula laudibus ferent; sed ad conspiciendam tantam uirtutem luce ac die opus est, nec uos digni estis quos cum tanta gloria in castra reduces silentium ac nox tegat; hic lucem quieti opperiamur." Dictis obtemperatum; atque ubi primum inluxit, praemisso nuntio ad consulem castra ingenti gaudio concitantur; et tessera data incolumes reuerti, qui sua corpora pro salute omnium haud dubio periculo obiecissent, pro se quisque obuiam effusi laudant, gratulantur, singulos uniuersos seruatores suos uocant, dis laudes gratesque agunt, Decium in caelum ferunt. Hic Deci castrensis triumphus fuit incedentis per media castra cum armato praesidio coniectis in eum omnium oculis et omni honore tribunum consuli aequantibus. Vbi ad praetorium uentum est, consul classico ad contionem conuocat orsusque meritas Deci laudes interfante ipso Decio distulit contionem; qui auctor omnia posthabendi dum occasio in manibus esset, perpulit consulem ut hostes et nocturno pauore attonitos et circa collem castellatim dissipatos adgrederetur: credere etiam aliquos ad se sequendum emissos per saltum uagari. Iussae legiones arma capere egressaeque castris, cum per exploratores notior iam saltus esset, uia patentiore ad hostem ducuntur; quem incautum improuiso adortae, cum palati passim Samnitium milites, plerique inermes, nec coire in unum nec arma capere nec recipere intra uallum se possent, pauentem primum intra castra compellunt, deinde castra ipsa turbatis stationibus capiunt. Perfertur circa collem clamor fugatque ex suis quemque praesidiis. Ita magna pars absenti hosti cessit: quos intra uallum egerat pauor?fuere autem ad triginta milia?omnes caesi, castra direpta.
 
traduzione
 
36 Passarono tutti, seguendo Decio che avanzava tra gli spazi lasciati incustoditi. Avevano gi? attraversato met? dell'accampamento, quando un soldato, scavalcando i corpi dei nemici addormentati, urt? uno scudo e fece rumore, svegliando una sentinella. Questi, dopo aver scrollato il compagno pi? vicino, si alz? e insieme con lui diede l'allarme a tutti gli altri, non sapendo per? se si trattasse di amici o di nemici, se il manipolo di armati sulla cima stava tentando una sortita oppure se il console aveva catturato l'accampamento. Decio, vedendo che erano stati scoperti, diede ordine ai suoi di urlare cos? forte da aggiungere lo spavento al torpore del risveglio, impedendo ai nemici di armarsi velocemente e di opporre resistenza ai Romani per poi inseguirli. Con i Sanniti in preda al panico e alla confusione, il manipolo di Romani massacr? le sentinelle che gli si paravano innanzi e riusc? a fare breccia arrivando fino all'accampamento del console. L'alba era ancora lontana ed essi erano ormai convinti di essere al sicuro, quando Decio disse: ?Onore al vostro coraggio, o Romani: la vostra azione per rientrare al campo sar? celebrata per sempre. Ma perch? quest'impresa tanto valorosa possa essere apprezzata in tutta la sua pienezza ci vuole la luce del giorno, e il vostro glorioso rientro all'accampamento non merita di essere accompagnato dal silenzio della notte. Aspettiamo qui tranquilli che arrivi l'alba?. I soldati obbedirono. Alle prime luci del giorno venne inviato un messaggero al console e l'accampamento esult?. Quando pass? di bocca in bocca la notizia che erano tornati sani e salvi gli uomini che avevano rischiato la vita esponendosi a sicuri pericoli pur di garantire la salvezza comune, tutti si riversarono loro incontro per lodarli, ringraziarli, invocarli uno per uno con il nome di salvatori, levando grazie e lodi agli d?i mentre esaltavano Decio. A questi fu concesso il trionfo all'interno dell'accampamento: marciando alla testa del suo manipolo in armi, egli attravers? il campo: tutti gli sguardi dei soldati erano per lui, tutti rendevano al tribuno un omaggio degno di un console. Quando la sfilata giunse di fronte al pretorio, il console ordin? al trombettiere di suonare l'adunata. Aveva cominciato a tessere le pi? che meritate lodi di Decio, ma questi, interrompendolo, lo indusse a rinviare l'adunata. Sostenendo infatti che tutto il resto avrebbe potuto essere rimandato a un momento pi? opportuno, Decio convinse il console ad attaccare i nemici frastornati dallo spavento di quella notte e dispersi intorno alla cima in squadre separate, aggiungendo di essere convinto che alcuni di essi fossero stati inviati sulle loro tracce e adesso stessero vagando per la gola. Alle legioni venne dato ordine di armarsi. Uscite dall'accampamento, marciarono in direzione del nemico per una via pi? aperta (grazie agli esploratori, la foresta ora era meglio conosciuta). Piombarono sul nemico con un attacco a sorpresa: i Sanniti si erano disseminati nella zona, per lo pi? privi di armi e perci? impossibilitati tanto a inquadrarsi in formazione compatta quanto ad armarsi e a trovare riparo all'interno del fossato, e i Romani prima li costrinsero a rifugiarsi terrorizzati nell'accampamento, poi lo espugnarono seminando il panico tra i corpi di guardia. Le urla si sentivano intorno a tutto il colle, e fecero fuggire i soldati dai rispettivi presidi. Gran parte dei Sanniti riusc? a fuggire senza venire a contatto con il nemico. Quelli che invece si erano rifugiati all'interno dell'accampamento - si trattava di circa trentamila uomini - furono uccisi dal primo all'ultimo, mentre l'accampamento venne distrutto.
 

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