LETTERATURA torna alla homepage
PRECICERONIANA CICERONIANA AUGUSTEA IMPERIALE RISORSE
     
Ovidio


  Cerca







Progetto Ovidio - database

 

 


 torna alla pagina precedente
 passim precedente

autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita VIII, 23
 
originale
 
[23] Ab utroque consule exiguam spem pacis cum Samnitibus esse certior fit senatus: Publilius duo milia Nolanorum militum et quattuor Samnitium magis Nolanis cogentibus quam uoluntate Graecorum recepta Palaepoli; [miserat; Romae compertum,] Cornelius dilectum indictum a magistratibus uniuersumque Samnium erectum ac uicinos populos, Priuernatem Fundanumque et Formianum, haud ambigue sollicitari. ob haec cum legatos mitti placuisset prius ad Samnites quam bellum fieret, responsum redditur ab Samnitibus ferox. ultro incusabant iniurias Romanorum, neque eo neglegentius ea quae ipsis obicerentur purgabant: haud ullo publico consilio auxilioue iuuari Graecos nec Fundanum Formianumue a se sollicitatos; quippe minime paenitere se uirium suarum, si bellum placeat. ceterum non posse dissimulare aegre pati ciuitatem Samnitium quod Fregellas ex Volscis captas dirutasque ab se restituerit Romanus populus coloniamque in Samnitium agro imposuerint, quam coloni eorum Fregellas appellent; eam se contumeliam iniuriamque, ni sibi ab iis qui fecerint dematur, ipsos omni ui depulsuros esse. cum Romanus legatus ad disceptandum eos ad communes socios atque amicos uocaret, 'quid perplexe agimus?' inquit; 'nostra certamina, Romani, non uerba legatorum nec hominum quisquam disceptator sed campus Campanus, in quo concurrendum est, et arma et communis Mars belli decernet. proinde inter Capuam Suessulamque castra castris conferamus et Samnis Romanusne imperio Italiam regat decernamus.' legati Romanorum cum se non quo hostis uocasset sed quo imperatores sui duxissent ituros esse respondissent * * * * iam Publilius inter Palaepolim Neapolimque loco opportune capto diremerat hostibus societatem auxilii mutui qua, ut quisque locus premeretur, inter se usi fuerant. itaque cum et comitiorum dies instaret et Publilium imminentem hostium muris auocari ab spe capiendae in dies urbis haud e re publica esset, actum cum tribunis est ad populum ferrent ut, cum Q. Publilius Philo consulatu abisset, pro consule rem gereret quoad debellatum cum Graecis esset. L. Cornelio, quia ne eum quidem in Samnium iam ingressum reuocari ab impetu belli placebat, litterae missae ut dictatorem comitiorum causa diceret. dixit M. Claudium Marcellum; ab eo magister equitum dictus Sp. Postumius. nec tamen ab dictatore comitia sunt habita, quia uitione creatus esset in disquisitionem uenit. consulti augures uitiosum uideri dictatorem pronuntiauerunt. eam rem tribuni suspectam infamemque criminando fecerunt: nam neque facile fuisse id uitium nosci, cum consul oriens de nocte silentio diceret dictatorem, neque ab consule cuiquam publice priuatimue de ea re scriptum esse nec quemquam mortalium exstare qui se uidisse aut audisse quid dicat quod auspicium dirimeret, neque augures diuinare Romae sedentes potuisse quid in castris consuli uitii obuenisset; cui non apparere, quod plebeius dictator sit, id uitium auguribus uisum? haec aliaque ab tribunis nequiquam iactata; tamen ad interregnum res redit, dilatisque alia atque alia de causa comitiis quartus decimus demum interrex L. Aemilius consules creat C. Poetelium L. Papirium Mugillanum; Cursorem in aliis annalibus inuenio.
 
traduzione
 
23 Entrambi i consoli informarono il senato che c'erano pochissime speranze di pace con i Sanniti. Publilio rifer? che Paleopoli aveva ricevuto duemila soldati nolani e quattromila sanniti, pi? per pressione degli abitanti di Nola che per volont? dei Greci. Cornelio rifer? invece che i magistrati sanniti avevano bandito una leva militare, che tutto il Sannio era in fermento e che i popoli dei dintorni, Privernati, Fondani e Formiani, erano apertamente invitati ad associarsi all'impresa. Per queste ragioni si decise di inviare degli ambasciatori ai Sanniti prima di dichiarare guerra, ma dai Sanniti arriv? una risposta arrogante. Accusavano a loro volta i Romani di non essersi comportati correttamente e si giustificavano con egual vigore delle accuse loro rivolte: dissero di non aver fornito ai Greci alcun aiuto n? collaborazione ufficiale, e di non aver spinto all'ammutinamento gli abitanti di Formia e di Fonda. Perci? avevano piena fiducia nelle proprie forze, in caso si fosse deciso per la guerra. D'altra parte non era loro possibile nascondere il fastidio del popolo sannita al vedere che la citt? di Fregelle, da essi tolta ai Volsci e rasa al suolo, era stata rimessa in piedi dal popolo romano e che in territorio sannita era stata fondata una colonia chiamata Fregelle dai coloni romani: era un sanguinoso affronto, e, se i suoi autori non vi avessero posto rimedio, i Sanniti sarebbero ricorsi a ogni mezzo per cancellarlo. Quando l'inviato romano propose di discutere la questione insieme con gli alleati comuni e gli amici, la risposta fu: ?Perch? agire in maniera tanto tortuosa? Le nostre controversie, Romani, le decideranno non tanto le parole degli ambasciatori o l'arbitrio di qualche giudice, quanto la pianura campana, dove ? destino che si scenda in battaglia: decideranno le armi e la comune fortuna in guerra. Accampiamoci dunque faccia a faccia tra Capua e Suessula e stabiliamo se debbano governare l'Italia i Sanniti o i Romani?. Gli ambasciatori romani risposero che sarebbero andati non dove il nemico li avesse convocati, ma dove li avesse guidati il loro comandante... Publilio, occupata una posizione favorevole tra Paleopoli e Napoli, aveva gi? privato il nemico di quella reciproca assistenza di cui i diversi popoli avversari si erano serviti non appena le varie postazioni venivano messe sotto pressione. Cos?, dato che il giorno delle elezioni era ormai prossimo e non sarebbe stato un vantaggio per il paese richiamare Publilio, che stava gi? minacciando le mura nemiche e contava di far cadere la citt? a giorni, il senato indusse i tribuni a presentare al popolo una proposta in base alla quale Quinto Publilio Filone, allo scadere del mandato, potesse continuare a gestire la campagna militare in qualit? di proconsole fino a quando i Greci non fossero stati definitivamente sconfitti. Poich? neppure Lucio Cornelio, che era gi? entrato nel Sannio, secondo il senato doveva essere richiamato dalla sua vigorosa offensiva, gli venne inviato l'ordine di nominare un dittatore per presiedere le elezioni. Egli scelse Marco Claudio Marcello, che nomin? maestro di cavalleria Spurio Postumio. Tuttavia le elezioni non furono tenute dal dittatore, perch? venne messa in questione la regolarit? della sua nomina. Gli ?uguri consultati dichiararono che essa sembrava formalmente viziata. I tribuni, con le loro accuse, gettarono il sospetto e l'infamia su questo verdetto. Dicevano infatti che l'irregolarit? non poteva esser venuta facilmente alla luce, visto che il console nominava il dittatore alzandosi in silenzio nel cuore della notte; che il console non aveva scritto a nessuno - n? in forma privata n? in forma pubblica - circa quella procedura; che non vi era alcun mortale in grado di aver visto o udito qualcosa che potesse aver invalidato gli auspici e che gli ?uguri non avevano potuto, stando a Roma, divinare in quale irregolarit? fosse incorso il console nell'accampamento. A chi non era chiaro che l'irregolarit? rilevata dagli ?uguri era in definitiva l'origine plebea del dittatore? Furono queste, e altre simili, le obiezioni vanamente presentate dai tribuni. Alla fine si pass? a un interregno, e dopo continui rinvii delle elezioni ottenuti con sempre nuovi pretesti, finalmente il quattordicesimo interr?, Lucio Emilio, nomin? consoli Gaio Petilio e Lucio Papirio Mugillano. In altri annali ho trovato per quest'ultimo il soprannome di Cursore.
 

aggiungi questa pagina ai preferiti aggiungi ai preferiti imposta progettovidio come pagina iniziale imposta come pagina iniziale  torna su

tutto il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti, ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski

  HOMEPAGE

  SEGNALA IL SITO

  FAQ 

ideatore, responsabile e content editor NUNZIO CASTALDI (bukowski)
powered by www.weben.it

Licenza Creative Commons
i contenuti di questo sito sono coperti da Licenza Creative Commons