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Ovidio


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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita VIII, 34
 
originale
 
[34] Stabat cum eo senatus maiestas, fauor populi, tribunicium auxilium, memoria absentis exercitus; ex parte altera imperium inuictum populi Romani et disciplina rei militaris et dictatoris edictum pro numine semper obseruatum et Manliana imperia et posthabita filii caritas publicae utilitati iactabantur: hoc etiam L. Brutum, conditorem Romanae libertatis, antea in duobus liberis fecisse; nunc patres comes et senes faciles de alieno imperio spreto, tamquam rei paruae, disciplinae militaris euersae iuuentuti gratiam facere. se tamen perstaturum in incepto nec ei, qui aduersus edictum suum turbatis religionibus ac dubiis auspiciis pugnasset, quicquam ex iusta poena remissurum. maiestas imperii perpetuane esset non esse in sua potestate: L. Papirium nihil eius deminuturum; optare ne potestas tribunicia, inuiolata ipsa, uiolet intercessione sua Romanum imperium neu populus in se potissimum dictatore uim et ius dictaturae exstinguat. quod si fecisset, non L. Papirium sed tribunos, sed prauum populi iudicium nequiquam posteros accusaturos, cum polluta semel militari disciplina non miles centurionis, non centurio tribuni, non tribunus legati, non legatus consulis, non magister equitum dictatoris pareat imperio, nemo hominum, nemo deorum uerecundiam habeat, non edicta imperatorum, non auspicia obseruentur, sine commeatu uagi milites in pacato, in hostico errent, immemores sacramenti licentia sua se ubi uelint exauctorent, infrequentia deserantur signa, neque conueniatur ad edictum, nec discernatur interdiu nocte, aequo iniquo loco, [iussu] iniussu imperatoris pugnent, et non signa, non ordines seruent, latrocinii modo caeca et fortuita pro sollemni et sacrata militia sit. + 'horum criminum uos reos in omnia saecula offerte, tribuni plebi; uestra obnoxia capita pro licentia Q. Fabi obicite.'
 
traduzione
 
34 Erano dalla sua l'autorit? del senato, il favore del popolo, l'appoggio dei tribuni e il ricordo dell'esercito lontano. Dall'altra parte venivano invece messi avanti l'invincibile autorit? del popolo romano, la disciplina militare, gli ordini del dittatore (da sempre rispettati come il volere di un dio), la severit? di Manlio che aveva anteposto il bene pubblico all'amore per il figlio; cos? aveva fatto in passato anche Lucio Bruto, fondatore della libert? romana, nei confronti dei suoi due figli. Ma ora dei padri indulgenti e degli anziani disposti a non dare peso alla violazione dell'autorit? altrui, come se si trattasse di cosa da poco, perdonavano ai giovani di aver violato la disciplina militare. Il dittatore avrebbe tuttavia insistito nel suo proposito, e non avrebbe risparmiato nulla della giusta pena a un uomo che, contravvenendo al suo ordine, aveva affrontato una battaglia non ostante gli auspici fossero incerti e la volont? degli d?i in dubbio. Che l'autorit? del pi? alto potere durasse o meno in eterno non dipendeva da lui: ma Lucio Papirio non avrebbe fatto nulla per sminuirla. Si augurava che i tribuni non ricorressero al loro potere - di per s? inviolato - per violare tramite l'intercessione l'autorit? di Roma, e che il popolo non annientasse i poteri della dittatura proprio mentre a occupare quella carica era lui. Se lo avesse fatto, i posteri avrebbero invano accusato non Lucio Papirio, ma i tribuni e lo scellerato verdetto del popolo, quando, una volta violata la disciplina militare, i soldati semplici non avrebbero pi? obbedito ai centurioni, il centurione al tribuno, il tribuno al luogotenente, il maestro di cavalleria al dittatore; e nessuno avrebbe pi? avuto rispetto per gli uomini e riverenza per degli d?i, nessuno avrebbe pi? tenuto in alcun conto gli ordini dei comandanti e gli auspici, i soldati avrebbero vagato senza permesso in zone pacifiche come in area nemica, dimentichi del giuramento prestato avrebbero abbandonato il servizio quando e dove lo avessero voluto; le insegne sarebbero state abbandonate e gli uomini non si sarebbero adunati dopo aver ricevuto l'ordine di farlo, anzi avrebbero combattuto senza fare distinzioni tra il giorno e la notte, tra le posizioni favorevoli e quelle sfavorevoli, tra l'ordine e il divieto del comandante; non avrebbero aspettato il segnale, n? mantenuto la posizione nello schieramento; il servizio militare, un tempo onorato e rispettato, si sarebbe trasformato in una forma di brigantaggio avventuroso e casuale. ?Di queste colpe, o tribuni della plebe, assumetevi voi la responsabilit? per tutti i giorni a venire, e lasciate che siano le vostre teste a pagare per l'indisciplina di Quinto Fabio?.
 

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