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Ovidio


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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita X, 2
 
originale
 
[2] Eodem anno classis Graecorum Cleonymo duce Lacedaemonio ad Italiae litora adpulsa Thurias urbem in Sallentinis cepit. Aduersus hunc hostem consul Aemilius missus proelio uno fugatum compulit in naues; Thuriae redditae ueteri cultori Sallentinoque agro pax parta.?Iunium Bubulcum dictatorem missum in Sallentinos in quibusdam annalibus inuenio et Cleonymum, priusquam confligendum esset cum Romanis, Italia excessisse?. Circumuectus inde Brundisii promunturium medioque sinu Hadriatico uentis latus, cum laeua importuosa Italiae litora, dextra Illyrii Liburnique et Histri, gentes ferae et magna ex parte latrociniis maritimis infames, terrerent, penitus ad litora Venetorum peruenit. Expositis paucis qui loca explorarent, cum audisset tenue praetentum litus esse, quod transgressis stagna ab tergo sint inrigua aestibus maritimis, agros haud procul [proximos] campestres cerni, ulteriora colles uideri; esse ostium fluminis praealti quo circumagi naues in stationem tutam [uidisse],? Meduacus amnis erat?, eo inuectam classem subire flumine aduerso iussit. Grauissimas nauium non pertulit alueus fluminis; in leuiora nauigia transgressa multitudo armatorum ad frequentes agros tribus maritimis Patauinorum uicis colentibus eam oram peruenit. Ibi egressi praesidio leui nauibus relicto uicos expugnant, inflammant tecta, hominum pecudumque praedas agunt, et dulcedine praedandi longius usque a nauibus procedunt. Haec ubi Patauium sunt nuntiata?semper autem eos in armis accolae Galli habebant?in duas partes iuuentutem diuidunt. Altera in regionem qua effusa populatio nuntiabatur, altera, ne cui praedonum obuia fieret, altero itinere ad stationem nauium?milia autem quattuordecim ab oppido aberat?ducta. In naues ignaris custodibus interemptis impetus factus territique nautae coguntur naues in alteram ripam amnis traicere. Et in terra prosperum aeque in palatos praedatores proelium fuerat refugientibusque ad stationem Graecis Veneti obsistunt; ita in medio circumuenti hostes caesique: pars capti classem indicant regemque Cleonymum tria milia abesse. Inde captiuis proximo uico in custodiam datis pars fluuiatiles naues, ad superanda uada stagnorum apte planis alueis fabricatas, pars captiua nauigia armatis complent profectique ad classem immobiles naues et loca ignota plus quam hostem timentes circumuadunt; fugientesque in altum acrius quam repugnantes usque ad ostium amnis persecuti captis quibusdam incensisque nauibus hostium, quas trepidatio in uada intulerat, uictores reuertuntur. Cleonymus uix quinta parte nauium incolumi, nulla regione maris Hadriatici prospere adita discessit. Rostra nauium spoliaque Laconum, in aede Iunonis ueteri fixa, multi supersunt qui uiderunt Pataui. Monumentum naualis pugnae eo die quo pugnatum est quotannis sollemni certamine nauium in oppidi medio exercetur.
 
traduzione
 
2 Nello stesso anno una flotta greca agli ordini dello spartano Cleonimo approd? sulle coste italiche, andando a occupare la citt? di Turie nel territorio dei Sallentini. Fu inviato ad affrontarlo il console Emilio, che mise in fuga Cleonimo con un'unica battaglia, costringendolo a trovare riparo sulle navi. Turie venne cos? restituita ai suoi cittadini, e nel territorio sallentino ritorn? la pace. In alcuni annali ho trovato che a essere inviato tra i Sallentini fu il dittatore Giunio Bubulco, e che Cleonimo lasci? l'Italia prima ancora che lo scontro coi Romani diventasse inevitabile. Dopo aver doppiato il capo di Brindisi ed esser stati spinti dai venti in mezzo all'Adriatico, temendo sulla sinistra le coste italiche prive di porti e sulla destra la presenza di Illiri, Liburni e Istri (popoli bellicosi e di pessima fama perch? dediti alla pirateria), avanzarono fino alle coste abitate dai Veneti. L? Cleonimo, dopo aver sbarcato alcuni uomini col c?mpito di esplorare la zona, ricevette queste informazioni: che c'era una sottile striscia di terra oltre la quale si aprivano lagune alimentate dall'acqua del mare; che si vedevano l? vicino campagne pianeggianti e, poco oltre, colline; che inoltre avevano individuato la foce di un fiume molto profondo dov'era possibile ormeggiare le navi in maniera sicura (il fiume era il Brenta). Allora Cleonimo ordin? di trasferire la flotta in quella zona risalendo la corrente. Poich? il letto del fiume non permetteva il passaggio delle navi pi? pesanti, la massa degli uomini armati si trasfer? sulle imbarcazioni pi? leggere e arriv? in una zona molto abitata, dov'erano stanziate tre trib? marittime di Patavini. Sbarcati in quel punto, dopo aver lasciato una piccola guarnigione di presidio alle navi, espugnarono i villaggi, incendiarono le abitazioni, portarono via uomini e animali, allontanandosi sempre pi? dalle navi nella prospettiva di ulteriore bottino. Quando a Padova arriv? la notizia di ci? che stava succedendo, gli abitanti, costretti a un perenne allarme dalla minaccia dei Galli, divisero le proprie forze in due contingenti. Il primo si port? nella zona in cui erano stati segnalate le incursioni nemiche, l'altro, seguendo un percorso diverso per non incontrare gli avversari, si diresse invece verso il punto in cui erano ancorate le navi, a quattordici miglia dalla citt?. Eliminati gli uomini di guardia con un attacco di sorpresa, si riversarono sulle navi, costringendo i marinai a spostarle sulla sponda opposta del fiume. Anche lo scontro sulla terraferma contro gli autori dei saccheggi ebbe esito positivo. E mentre i Greci cercavano scampo in direzione delle navi, vennero affrontati dall'altro contingente di Veneti, che li accerchi? e massacr?. Alcuni prigionieri rivelarono che la flotta col re Cleonimo si trovava a tre miglia di distanza. Cos?, dopo aver lasciato i prigionieri in un villaggio dei dintorni perch? fossero sorvegliati, i Patavini, imbarcandosi parte su battelli da fiume costruiti apposta col fondo piatto per affrontare i bassi fondali delle lagune, e parte invece sulle imbarcazioni sottratte ai Greci, raggiunsero la flotta nemica, circondandone le navi rimaste immobili per paura del fondale sconosciuto pi? che del nemico. E mentre i Greci fuggivano verso il largo senza nemmeno cercare di opporre resistenza, i Patavini li inseguirono fino alla foce del fiume, e dopo aver strappato loro e incendiato alcune delle navi finite, nella grande confusione, sui banchi di sabbia, rientrarono vincitori. Cleonimo se ne part? con soltanto un quinto della flotta intatto, senza aver raccolto alcun risultato in nessuna parte dell'Adriatico. A Padova ci sono ancora oggi molte persone che hanno visto i rostri delle navi e le spoglie spartane appese nel vecchio santuario di Giunone. A ricordo di quella battaglia fluviale, nel giorno in cui essa fu combattuta si tengono oggi solenni gare di navi lungo il fiume che scorre attraverso la citt
 

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