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Livio
Ab urbe condita X, 12
 
originale
 
[12] Breuis consultatio senatus fuit; ad unum omnes iungendum foedus cum Lucanis resque repetendas ab Samnitibus censent. Benigne responsum Lucanis ictumque foedus. Fetiales missi, qui Samnitem decedere agro sociorum ac deducere exercitum finibus Lucanis iuberent; quibus obuiam missi ab Samnitibus qui denuntiarent, si quod adissent in Samnio concilium, haud inuiolatos abituros. Haec postquam audita sunt Romae, bellum Samnitibus et patres censuerunt et populus iussit. Consules inter se prouincias partiti sunt: Scipioni Etruria, Fuluio Samnites obuenerunt, diuersique ad suum quisque bellum proficiscuntur. Scipioni segne bellum et simile prioris anni militiae exspectanti hostes ad Volaterras instructo agmine occurrerunt. Pugnatum maiore parte diei magna utrimque caede; nox incertis qua data uictoria esset interuenit. Lux insequens uictorem uictumque ostendit; nam Etrusci silentio noctis castra reliquerunt. Romanus egressus in aciem, ubi profectione hostium concessam uictoriam uidet, progressus ad castra uacuis cum plurima praeda?nam et statiua et trepide deserta fuerant?potitur. Inde in Faliscum agrum copiis reductis, cum impedimenta Faleriis cum modico praesidio reliquisset, expedito agmine ad populandos hostium fines incedit. Omnia ferro ignique uastantur; praedae undique actae. Nec solum modo uastum hosti relictum sed castellis etiam uicisque inlatus ignis: urbibus oppugnandis temperatum, in quas timor Etruscos compulerat. Cn. Fului consulis clara pugna in Samnio ad Bouianum haudquaquam ambiguae uictoriae fuit. Bouianum inde adgressus nec ita multo post Aufidenam ui cepit.
 
traduzione
 
12 La discussione in senato fu breve: tutti si dichiararono d'accordo nello stringere un patto di alleanza con i Lucani e nel chiedere riparazione ai Sanniti. Ai Lucani venne data risposta positiva e fu stipulato un trattato. Ai Sanniti furono invece inviati i feziali con l'ordine perentorio di allontanarsi dal territorio degli alleati e di ritirare l'esercito dai confini della Lucania. Ma sulla strada vennero loro incontro degli inviati di parte sannita, i quali dichiararono che, qualora fossero comparsi di fronte a un'assemblea nel Sannio, non ne sarebbero usciti illesi. Quando la cosa si venne a sapere a Roma, il senato propose di dichiarare guerra ai Sanniti e il popolo avall? la proposta. I consoli si divisero gli incarichi: a Scipione tocc? l'Etruria, a Fulvio il Sannio, e ciascuno part? per il fronte che gli era stato assegnato. Scipione, che progettava una campagna blanda, sul tenore di quella dell'anno precedente, venne affrontato presso Volterra dai nemici schierati in ordine di battaglia. Lo scontro prosegu? per quasi tutto il giorno, ed entrambe le parti subirono forti perdite. La notte sopraggiunse senza che si potesse capire a chi fosse andata la vittoria. Ma la luce del giorno successivo mise in chiaro chi fosse il vincitore e chi il vinto: gli Etruschi, infatti, avevano abbandonato l'accampamento durante la notte. I Romani scesi in battaglia, vedendo che la partenza del nemico aveva consegnato loro in mano la vittoria, si avvicinarono all'accampamento: lo trovarono deserto e se ne impadronirono raccogliendo un bottino ricchissimo (era infatti un campo fisso abbandonato in fretta e furia). Il console riport? poi le truppe nel territorio dei Falisci. Lasciati i carriaggi a Faleri insieme con una guarnigione di modeste proporzioni, si diede a saccheggiare il territorio nemico con gli uomini liberi da pesi. Tutto venne messo a ferro e fuoco, e dovunque si rastrell? del bottino. E non si limitarono a devastare le campagne, ma incendiarono anche posizioni fortificate e villaggi. Il console evit? comunque di attaccare la citt?, dove il panico aveva costretto gli Etruschi a cercare rifugio. Una celebre battaglia nei pressi di Boviano, nel Sannio, fece registrare una netta vittoria del console Gneo Fulvio che, avendo assalito Boviano e poco dopo anche Aufidena, le prese entrambe con la forza.
 

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