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brano
 
Livio
Ab urbe condita X, 17
 
originale
 
[17] Haec eos in Etruria iactantes molientesque bellum domi Romanum urebat. Nam P. Decius, ubi comperit per exploratores profectum Samnitium exercitum, aduocato consilio "quid per agros" inquit "uagamur uicatim circumferentes bellum? quin urbes et moenia adgredimur? nullus iam exercitus Samnio praesidet; cessere finibus ac sibimet ipsi exsilium consciuere". Adprobantibus cunctis ad Murgantiam, ualidam urbem, oppugnandam ducit; tantusque ardor militum fuit et caritate ducis et spe maioris quam ex agrestibus populationibus praedae ut uno die ui atque armis urbem caperent. Ibi duo milia Samnitium et centum pugnantes circumuenti captique et alia praeda ingens capta est. Quae ne impedimentis grauibus agmen oneraret, conuocari milites Decius iubet. "hacine" inquit "uictoria sola aut hac praeda contenti estis futuri? uoltis uos pro uirtute spes gerere? omnes Samnitium urbes fortunaeque in urbibus relictae uestrae sunt, quando legiones eorum tot proeliis fusas postremo finibus expulistis. uendite ista et inlicite lucro mercatorem ut sequatur agmen; ego subinde suggeram quae uendatis. Ad Romuleam urbem hinc eamus, ubi uos labor haud maior, praeda maior manet." diuendita praeda ultro adhortantes imperatorem ad Romuleam pergunt. Ibi quoque sine opere, sine tormentis, simul admota sunt signa, nulla ui deterriti a muris, qua cuique proximum fuit, scalis raptim admotis in moenia euasere. Captum oppidum ac direptum est; ad duo milia et trecenti occisi et sex milia hominum capta, et miles ingenti praeda potitus, quam uendere sicut priorem coactus; Ferentinum inde, quamquam nihil quietis dabatur, tamen summa alacritate est ductus. Ceterum ibi plus laboris ac periculi fuit: et defensa summa ui moenia sunt et locus erat munimento naturaque tutus; sed euicit omnia adsuetus praedae miles. Ad tria milia hostium circa muros caesa; praeda militis fuit. Huius oppugnatarum urbium decoris pars maior in quibusdam annalibus ad Maximum trahitur; Murgantiam ab Decio, a Fabio Ferentinum Romuleamque oppugnatas tradunt. Sunt qui nouorum consulum hanc gloriam faciant, quidam non amborum sed alterius, L. Volumni: ei Samnium prouinciam euenisse.
 
traduzione
 
17 Mentre i Sanniti andavano agitando e macchinando questi propositi, la guerra portata dai Romani stava devastando il loro paese. Infatti Publio Decio, quando venne a sapere tramite gli informatori che l'esercito sannita si era messo in marcia, convoc? il consiglio di guerra e disse: ?Perch? restiamo a vagare per le campagne, portando la guerra da un villaggio all'altro? Perch? non attacchiamo le mura delle citt?? Il Sannio ormai non ? pi? presidiato da nessun esercito: ritirandosi dalle loro terre, si sono inflitti da soli l'esilio?. Poich? tutti approvavano la sua proposta, guid? l'esercito all'assalto di Murganzia, una citt? ben fortificata. E l'entusiasmo dei soldati fu tanto, sia per l'attaccamento alla persona del comandante, sia per la speranza di poter raccogliere un bottino pi? cospicuo di quello ricavato dalle incursioni nelle campagne, che la citt? venne espugnata in un solo giorno. I soldati sanniti sopraffatti e catturati furono 2.100, e si aggiunse altro bottino in grande quantit?. Per evitare che l'eccessivo peso della preda rallentasse la marcia dell'esercito, Decio convoc? i soldati e disse loro: ?Volete accontentarvi di quest'unica vittoria e di quest'unico bottino? Volete coltivare sogni all'altezza dei vostri meriti? Tutte le citt? del Sannio e le fortune rimaste nelle citt? sono vostre, perch? finalmente avete cacciato via dal Sannio le loro legioni sconfitte in cos? numerose battaglie. Vendete questi beni e attirate i mercanti a seguire la marcia dell'esercito agitando ai loro occhi la prospettiva di lauti guadagni: io vi procurer? sempre nuovo bottino da vendere. Partiamo per Romulea, dove vi aspettano non maggiore fatica e maggiore guadagno?. Venduto il bottino, furono i soldati stessi a sollecitare il comandante, e si part? alla volta di Romulea. Anche l?, senza dover ricorrere ad assedi e macchine da lancio, appena le truppe si avvicinarono alla citt?, non ci fu forza che riuscisse a contenerne l'urto: accostarono s?bito le scale alle mura nei punti che si trovavano pi? vicino a ogni soldato, e ne raggiunsero in un attimo la sommit?. La citt? fu presa e saccheggiata. Gli uomini uccisi furono circa 2.300, i prigionieri 6.000. I soldati romani si impadronirono di un cospicuo bottino, che misero in vendita, come gi? quello precedente. Di l? vennero portati a Ferentino, sempre sostenuti dall'entusiasmo, non ostante non fosse stato loro concesso alcun riposo. In quella citt? le difficolt? e i rischi furono maggiori: le mura erano difese con estremo accanimento, e la posizione era protetta da fortificazioni e dalla conformazione stessa del luogo. Ma gli uomini, abituati a far bottino, riuscirono a superare ogni ostacolo. Circa 3.000 nemici vennero uccisi attorno alle mura, mentre la preda venne lasciata ai soldati. Secondo alcuni annalisti, il merito maggiore della cattura di queste citt? fu di Massimo: riferiscono che Murganzia sarebbe stata espugnata da Decio, Ferentino e Romulea invece da Fabio. C'? poi chi attribuisce quest'impresa ai nuovi consoli. Altri ancora non a entrambi, ma al solo Lucio Volumnio, cui sarebbe stato affidato il comando della spedizione nel Sannio.
 

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