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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cesare
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De bello gallico IV,37
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originale
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[37] Quibus ex navibus cum essent eiti milites circiter CCC atque in castra contenderent, Morini, quos Caesar in Britanniam proficiscens pacatos reliquerat, spe praedae adducti primo non ita magno suorum numero circumsteterunt ac, si sese interfici nollent, arma ponere iusserunt. Cum illi orbe facto sese defenderent, celeriter ad clamorem hominum circiter milia VI convenerunt; qua re nuntiata, Caesar omnem ex castris equitatum suis auxilio misit. Interim nostri milites impetum hostium sustinuerunt atque amplius horis IIII fortissime pugnaverunt et paucis vulneribus acceptis complures ex iis occiderunt. Postea vero quam equitatus noster in conspectum venit, hostes abiectis armis terga verterunt magnusque eorum numerus est occisus.
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traduzione
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Da queste due navi sbarcarono circa trecento dei nostri, che si diressero verso l'accampamento. I Morini, che Cesare al momento della partenza per la Britannia aveva lasciato pacificati, spinti dalla speranza di bottino, circondarono dapprima in numero non altissimo i nostri e intimarono loro la resa, se volevano aver salva la vita. Mentre i legionari, disposti in cerchio, si difendevano, alle grida dei Morini sopraggiunsero rapidamente altri seimila uomini circa. Appena ne fu informato, Cesare, a sostegno dei suoi, invi? tutta la cavalleria presente al campo. Nel frattempo, i nostri ressero all'urto dei nemici e si batterono con estremo valore per pi? di quattro ore: subirono poche perdite e uccisero molti nemici. E non appena comparve la cavalleria, i nemici gettarono le armi e si diedero alla fuga: i nostri ne fecero strage.
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