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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita X, 34
 
originale
 
[34] Postumius Milioniam oppugnare adortus ui primo atque impetu, dein postquam ea parum procedebant opere ac uineis demum iniunctis muro cepit. Ibi capta iam urbe ab hora quarta usque ad octauam fere horam omnibus partibus urbis diu incerto euentu pugnatum est; postremo potitur oppido Romanus. Samnitium caesi tria milia ducenti, capti quattuor milia septingenti praeter praedam aliam. Inde Feritrum ductae legiones, unde oppidani cum omnibus rebus suis quae ferri agique potuerunt nocte per auersam portam silentio excesserunt. Igitur, simul aduenit consul, primo ita compositus instructusque moenibus successit, tamquam idem quod ad Milioniam fuerat certaminis foret; deinde, ut silentium uastum in urbe nec arma nec uiros in turribus ac muris uidit, auidum inuadendi deserta moenia militem detinet, ne quam occultam in fraudem incautus rueret; duas turmas sociorum Latini nominis circumequitare moenia atque explorare omnia iubet. Equites portam unam alteramque eadem regione in propinquo patentes conspiciunt itineribusque iis uestigia nocturnae hostium fugae. Adequitant deinde sensim portis urbemque ex tuto rectis itineribus peruiam conspiciunt et consuli referunt excessum urbe; solitudine haud dubia id perspicuum esse et recentibus uestigiis fugae ac strage rerum in trepidatione nocturna relictarum passim. His auditis consul ad eam partem urbis quam adierant equites circumducit agmen. Constitutis haud procul porta signis quinque equites iubet intrare urbem et modicum spatium progressos tres manere eodem loco si tuta uideantur, duos explorata ad se referre. Qui ubi redierunt rettuleruntque eo se progressos unde in omnes partes circumspectus esset longe lateque silentium ac solitudinem uidisse, extemplo consul cohortes expeditas in urbem induxit, ceteros interim castra communire iussit. Ingressi milites refractis foribus paucos graues aetate aut inualidos inueniunt relictaque quae migratu difficilia essent. Ea direpta; et cognitum ex captiuis est communi consilio aliquot circa urbes conscisse fugam; suos prima uigilia profectos; credere eandem in aliis urbibus solitudinem inuenturos. Dictis captiuorum fides exstitit; desertis oppidis consul potitur.
 
traduzione
 
34 Postumio cerc? in un primo tempo di impossessarsi con la forza di Milionia. Poi, vedendo che questa tattica non dava grossi risultati, ricorse a dispositivi d'assedio e alla fine riusc? a conquistarla appoggiando vigne alle mura. L?, non ostante la citt? fosse gi? occupata, si continu? a combattere in tutti i settori dalle dieci fino quasi alle due del pomeriggio, e l'esito fu a lungo incerto; ma alla fine i Romani si impadronirono della cittadella. I Sanniti uccisi furono 3.200, quelli fatti prigionieri 4.700; venne raccolto altro bottino. L'esercito fu poi condotto a Feritro, i cui abitanti erano usciti di nascosto nel cuore della notte attraverso la porta opposta, portando con s? quanto poteva essere trasportato. Di conseguenza il console, non appena arriv? nei pressi della citt?, cominci? ad avvicinarsi con l'esercito schierato e pronto a sostenere una battaglia simile a quella affrontata a Milionia. In un secondo tempo, notando che in citt? regnava un profondo silenzio e vedendo che sulle torri e sulle mura non c'erano n? armi n? uomini, per non cadere incautamente in un tranello, trattenne i soldati che non vedevano l'ora di scalare le mura deserte, e ordin? a due squadroni di cavalieri latini di esplorare accuratamente tutta la cinta muraria. I cavalieri videro spalancate una porta e l? accanto un'altra nella stessa zona, e sulle vie che le attraversavano riconobbero le tracce della fuga notturna dei nemici. Cavalcarono poi con prudenza attraverso le porte, e si resero conto che le vie cittadine si potevano percorrere in assoluta tranquillit?. Riferirono al console che la citt? era stata abbandonata, come era evidente dall'assenza di abitanti, dalle tracce recenti della fuga e dai cumuli di oggetti abbandonati alla rinfusa nel trambusto della notte. Ascoltato questo rapporto, il console guid? l'esercito verso la zona dove erano entrati i cavalieri latini. Fatte fermare le truppe non lontano dalla porta, ordin? a cinque cavalieri di entrare in citt?, predisponendo che dopo una limitata perlustrazione all'interno tre rimanessero in quello stesso punto (se tutto sembrava tranquillo), e due tornassero a riferire l'esito della missione. Quando i cinque rientrarono riferendo di essere arrivati fino a un punto da dove si poteva spingere lo sguardo in tutte le direzioni e di aver di l? ovunque constatato solitudine e silenzio, il console ordin? s?bito ai reparti armati alla leggera di entrare in citt?, dando nel frattempo agli altri disposizione di fortificare l'accampamento. Entrati in citt? e abbattute le porte delle abitazioni, i soldati trovarono soltanto pochi vecchi e invalidi, insieme con le sole cose che, essendo troppo difficili da trasportare, erano state abbandonate. Se ne impossessarono, e dai prigionieri vennero a sapere che in molte citt? dei dintorni era stato deciso per volont? comune l'evacuazione dei residenti; che i loro concittadini erano partiti nel cuore della notte, e che probabilmente avrebbero trovato lo stesso deserto anche in molti altri centri. Si prest? fede alle parole dei prigionieri, e il console occup? le citt? deserte.
 

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