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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, I, 13
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originale
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[13] Inprimisque hominis est propria veri inquisitio atque investigatio. Itaque cum sumus necessariis negotiis curisque vacui, tum avemus aliquid videre, audire, addiscere cognitionemque rerum aut occultarum aut admirabilium ad beate vivendum necessariam ducimus. Ex quo intellegitur, quod verum, simplex sincerumque sit, id esse naturae hominis aptissimum. Huic veri videndi cupiditati adiuncta est appetitio quaedam principatus, ut nemini parere animus bene informatus a natura velit nisi praecipienti aut docenti aut utilitatis causa iuste et legitime imperanti; ex quo magnitudo animi existit humanarumque rerum contemptio.
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traduzione
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13. Ma soprattutto ? propria esclusivamente dell'uomo l'accurata e laboriosa ricerca del vero. Ecco perch?, quando siamo liberi dalle occupazioni e dalle ansie inevitabili della vita, allora ci prende il desiderio di vedere, di udire, d'imparare, e siamo convinti che il conoscere i segreti e le meraviglie della natura ? la via necessaria per giungere alla felicit?. E di qui ben si comprende come nulla sia pi? adatto alla natura umana di ci? che ? intimamente vero e schiettamente sincero. A questo desiderio di contemplare la verit?, va unita un certo desiderio d'indipendenza spirituale, per cui un animo ben formato per natura non ? disposto ad obbedire ad alcuno, se non a chi lo educhi e lo ammaestri, oppure, nel suo interesse, con giusta e legittima autorit? gli dia degli ordini. Di qui sorge la grandezza d'animo, di qui il disprezzo delle cose umane.
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