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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, I, 44
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originale
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[44] Alter locus erat cautionis, ne benignitas maior esset quam facultates, quod qui benigniores volunt esse, quam res patitur, primum in eo peccant, quod iniuriosi sunt in proximos; quas enim copias his et suppeditari aequius est et relinqui eas transferunt ad alienos. Inest autem in tali liberalitate cupiditas plerumque rapiendi et auferendi per iniuriam, ut ad largiendum suppetant copiae. Videre etiam licet plerosque non tam natura liberales quam quadam gloria ductos, ut benefici videantur facere multa, quae proficisci ab ostentatione magis quam a voluntate videantur. Talis autem simulatio vanitati est coniunctior quam aut liberalitati aut honestati.
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traduzione
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44. La seconda cautela da usarsi ?, come s'? detto, che la generosit? non superi le nostre forze. Coloro che vogliono essere pi? generosi di quel che le loro sostanze consentono, peccano, in primo luogo, d'ingiustizia verso i loro pi? stretti congiunti, trasferendo ad estranei quelle ricchezze che sarebbe pi? giusto donare o lasciare ad essi; in secondo luogo, peccano di cupidigia, in quanto tale generosit? implica per lo pi? la bramosia di rapire e di sottrarre illegalmente per aver modo e agio di fare elargizioni; in terzo luogo, peccano d'ambizione: infatti, la maggior parte di costoro, non tanto per naturale generosit?, quanto per prepotente vanagloria, pur di apparire benefici, fanno molte cose che sembrano scaturire pi? da ostentazione che da sincera benevolenza. 'I'ale simulazione ? pi? vicina all'impostura che alla generosit? o all'onest
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