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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, I, 65
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originale
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[65] Fortes igitur et magnanimi sunt habendi non qui faciunt, sed qui propulsant iniuriam. Vera autem et sapiens animi magnitudo honestum illud, quod maxime natura sequitur, in factis positum, non in gloria iudicat principemque se esse mavult quam videri. Etenim qui ex errore imperitae multitudinis pendet, hic in magnis viris non est habendus. Facillime autem ad res iniustas impellitur, ut quisque altissimo animo est, gloriae cupiditate; qui locus est sane lubricus, quod vix invenitur, qui laboribus susceptis periculisque aditis non quasi mercedem rerum gestarum desideret gloriam.
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traduzione
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65. Forti e magnanimi, adunque, si devono stimare non quelli che fanno, ma quelli che respingono l'ingiustizia. E la vera e sapiente grandezza d'animo giudica che quell'onest?, a cui tende sopratutto la natura umana, sia riposto non nella fama, bensi nelle azioni, e perci? non tanto vuol sembrare quanto essere superiore agli altri. In verit?, chi dipende dal capriccio d'una folla ignorante, non deve annoverarsi fra gli uomini grandi. D'altra parte, l'animo umano, quanto pi? ? elevato, tanto pi? facilmente ? spinto a commettere azioni ingiuste dal desiderio della gloria; ma questo ? un terreno assai sdrucciolevole, perch? ? difficile trovare uno che, dopo aver sostenuto fatiche e affrontato pericoli, non desideri, come ricompensa delle sue imprese, la gloria.
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