Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
I doveri, I, 97
|
|
originale
|
|
[97] Haec ita intellegi, possumus existimare ex eo decoro, quod poetae sequuntur, de quo alio loco plura dici solent. Sed tum servare illud poetas, quod deceat, dicimus, cum id quod quaque persona dignum est, et fit et dicitur, ut si Aeacus aut Minos diceret:
oderint, dum metuant,
aut:
natis sepulchro ipse est parens,
indecorum videretur, quod eos fuisse iustos accepimus; at Atreo dicente plausus excitantur, est enim digna persona oratio; sed poetae quid quemque deceat, ex persona iudicabunt; nobis autem personam imposuit ipsa natura magna cum excellentia praestantiaque animantium reliquarum.
|
|
traduzione
|
|
97. Che tale sia la vera nozione del decoro (conveniente), noi possiamo argomentarlo da quel decoro al quale tendono i poeti. Di questo speciale decoro si suole parlare diffusamente altrove; qui io noter? soltanto che esso ? rispettato dai poeti quando appunto i singoli personaggi agiscono e parlano in modo conforme al loro proprio carattere. Cos?, per esempio, se Eaco o Minosse dicessero "Mi odino, purch? mi temano "; oppure: " Ai figliuoli ? tomba il corpo del padre ", l'espressione parrebbe sconveniente, perch?, come sappiamo, quelli furono uomini giusti; ma se lo dice Atreo, scoppiano applausi, perch? il suo linguaggio ? conforme al suo carattere. Ma i poeti, dal carattere dei singoli personaggi, comprenderanno quali tratti convengano a ciascuno di essi; noi, invece, dobbiamo conservare quel carattere che appunto la natura ci ha imposto e che, per la sua grande nobilt?, ci innalza sopra tutti gli altri esseri viventi.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|