Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
I doveri, I, 120
|
|
originale
|
|
[120] Ad hanc autem rationem quoniam maximam vim natura habet, fortuna proximam, utriusque omnino habenda ratio est in deligendo genere vitae, sed naturae magis; multo enim et firmior est et constantior, ut fortuna nonunquam tamquam ipsa mortalis cum immortali natura pugnare videatur. Qui igitur ad naturae suae non vitiosae genus consilium vivendi omne contulerit, is constantiam teneat (id enim maxime decet) nisi forte se intellexerit errasse in deligendo genere vitae. Quod si acciderit (potest autem accidere) facienda morum institutorumque mutatio est. Eam mutationem si tempora adiuvabunt, facilius commodiusque faciemus; sin minus, sensim erit pedetemptimque facienda, ut amicitias, quae minus delectent et minus probentur, magis decere censent sapientes sensim diluere quam repente praecidere.
|
|
traduzione
|
|
120. E poich?, in questa determinazione, la natura ha il maggior potere, e subito dopo viene la fortuna, dell'una e dell'altra bisogna certamente tener conto nella scelta dello stato, ma pi? della natura, che ? molto pi? salda e costante, s? che talvolta pare che la fortuna, come mortale, venga in conflitto con l'immortale natura. Chi dunque avr? conformato il proprio tenore di vita alla propria natura, purch? non viziosa, si mantenga ad esso coerente (in ci? consiste il maggior decoro), tranne che non s'accorga d'avere errato nella scelta della carriera. In questo caso, che facilmente pu? darsi, bisogna cambiar sistema di vita. E questo cambiamento sar? tanto pi? facile e agevole quando le circostanze aiutano; se no, lo si faccia a poco a poco e a passo a passo, a quel modo che le amicizie, che non ci garbano e non ci soddisfano, conviene, a giudizio dei savi, allentarle a poco a poco anzich? troncarle d'un tratto.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|