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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, I, 129
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originale
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[129] Quibus in rebus duo maxime sunt fugienda, ne quid effeminatum aut molle et ne quid durum aut rusticum sit. Nec vero histrionibus oratoribusque concedendum est, ut is haec apta sint, nobis dissoluta. Scaenicorum quidem mos tantam habet vetere disciplina verecundiam, ut in scaenam sine subligaculo prodeat nemo; verentur enim, ne, si quo casu evenerit, ut corporis partes quaedam aperiantur, aspiciantur non decore. Nostro quidem more cum parentibus puberes filii, cum soceris generi non lavantur. Retinenda igitur est huius generis verecundia, praesertim natura ipsa magistra et duce.
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traduzione
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129. In queste cose dobbiamo soprattutto guardarci da due difetti: da una effeminata mollezza e da una scontrosa villania. E invero non si deve ammettere che queste norme, obbligatorie per gl'istrioni e per gli oratori, siano indifferenti per noi. Certo, il costume degli attori comporta, per antica rigidezza morale, un cos? delicato pudore che nessuno osa presentarsi su la scena senza mutandine per timore che, se per qualche accidente certe parti del corpo si scoprono, la loro vista non offenda il decoro. E cos?, secondo il nostro costume, i figlioli grandi non fanno il bagno insieme col padre, n? il genero col suocero. Bisogna, dunque, osservare la pudicizia anche in queste cose, tanto pi? che la natura stessa ne ? maestra e guida.
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