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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, I, 130
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originale
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[130] Cum autem pulchritudinis duo genera sint, quorum in altero venustas sit, in altero dignitas, venustatem muliebrem ducere debemus, dignitatem virilem. Ergo et a forma removeatur omnis viro non dignus ornatus, et huic simile vitium in gestu motuque caveatur. Nam et palaestrici motus sunt saepe odiosiores et histrionum nonnulli gestus ineptiis non vacant, et in utroque genere quae sunt recta et simplicia laudantur. Formae autem dignitas coloris bonitate tuenda est, color exercitationibus corporis. Adhibenda praeterea munditia est non odiosa neque exquisita nimis, tantum quae fugiat agrestem et inhumanam neglegentiam. Eadem ratio est habenda vestitus, in quo, sicut in plerisque rebus, mediocritas optima est.
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traduzione
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130. Vi sono due specie di bellezza: l'una ha in s? la grazia, l'altra la dignit?. Dobbiamo perci? apprezzare la grazia propria della donna e la dignit? propria dell'uomo. Si tenga dunque lontano dalla nostra persona ogni ornamento non degno dell'uomo; si rifugga da un simile difetto anche nel gesto e nel moto. Invero, come certe movenze da ginnasti sono spesso alquanto affettate, cos? alcuni gesti di attori peccano di leziosaggine; nell'uno e nell'altro caso si lodano invece la semplicit? e la naturalezza. La nobilt? dell'aspetto si manterr? con la freschezza del colorito, e questo con gli esercizi del corpo. Si ami inoltre la pulizia, non affettata n? ricercata, ma quanto basta per schivare la rustica e incivile trascuratezza. La stessa cura dobbiamo avere anche nel vestire; in questo come nella maggior parte delle cose, la via di mezzo ? la migliore.
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