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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, I, 145
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originale
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[145] Sed ea, quae multum ab humanitate discrepant, ut si qui in foro cantet aut si qua est alia magna perversitas, facile apparet nec magnopere admonitionem et praecepta desiderat; quae autem parva videntur esse delicta neque a multis intellegi possunt, ab iis est diligentius declinandum. Ut in fidibus aut tibiis quamvis paulum discrepent, tamen id a sciente animadverti solet, sic videndum est in vita ne forte quid discrepet, vel multo etiam magis, quo maior et melior actionum quam sonorum concentus est.
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traduzione
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145. Tuttavia quegli atti che discordano molto dalla buona educazione (come, per esempio, se uno si mettesse a cantare in piazza, o commettesse qualche altra grave sconcezza), saltano subito agli occhi, e non hanno gran bisogno di ammonimenti e di precetti; dobbiamo invece guardarci con maggior cura da quelle sconvenienze che sernbrano piccole e sono percepite da pochi. [Come nel suono delle cetre o dei flauti, anche la pi? piccola stonatura ? di solito avvertita dal buon intenditore, cosi noi dobbiamo cercare che nella nostra vita non vi sia mai dissonanza alcuna, anzi tanto pi? ne abbiamo il dovere quanto l'accordo delle azioni ? pi? importante e pi? bello che non quello dei suoni].
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