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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, II, 32
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originale
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[32] Ac primum de illis tribus, quae ante dixi, benevolentiae praecepta videamus; quae quidem capitur beneficiis maxime, secundo autem loco voluntate benefica benivolentia movetur, etiamsi res forte non suppetit; vehementer autem amor multitudinis commovetur ipsa fama et opinione liberalitatis, beneficentiae, iustitiae, fidei omniumque earum virtutum, quae pertinent ad mansuetudinem morum ac facilitatem. Etenim illud ipsum, quod honestum decorumque dicimus, quia per se nobis placet animosque omnium natura et specie sua commovet maximeque quasi perlucet ex iis, quas commemoravi, virtutibus, idcirco illos, in quibus eas virtutes esse remur, a natura ipsa diligere cogimur. Atque hae quidem causae diligendi gravissimae; possunt enim praeterea nonnullae esse leviores.
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traduzione
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32. In primo luogo tra quei tre aspetti di cui ho parlato vediamo i consigli che riguardano la benevolenza. Questa, invero, la si guadagna soprattutto coi benefici, in secondo luogo essa ? mossa dalla volont? di beneficare, anche se, per caso, il risultato non corrisponda. L'amore della folla, invero, ? suscitato in maniera profonda dalla stessa fama e dall'opinione di generosit?, beneficenza, giustizia e lealt? e da tutte quelle virt? che riguardano la mitezza di costumi e l'affabilit?. Infatti, poich? quella stessa virt?, che chiamiamo onesto e conveniente, ci piace per se stessa e commuove l'animo di tutti con la sua natura ed il suo aspetto esteriore, e soprattutto quasi brilla tra quelle virt? che ho ricordato, proprio per questa ragione la natura stessa ci spinge ad amare coloro nei quali, secondo noi, esistono quelle virt?. Queste, invero, sono le cause pi? importanti dell'affetto; possono esisterne, inoltre, parecchie pi? lievi.
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