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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cesare
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De bello gallico V,21
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originale
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[21] Trinobantibus defensis adque ab omni militum niuria prohibitis Cenimagni, Segontiaci, Ancalites, Bibroci, Cassi legationibus missis sese Caesari dedumt. Ab his cognoscit non longe ex eo loco oppidum Cassivellauni abesse silvis paludibusque munitum, quo satis magnus hominum pecorisque numerus onvenerit. Oppidum autem Britanni vocant, cum silvas impeditas vallo atque fossa munierunt, quo incursionis hostium vitandae causa convenire consuerunt. Eo proficiscitur cum legionibus: locum reperit egregie natura atque opere munitum; tamen hunc duabus ex partibus oppugnare contendit. Hostes paulisper morati militum nostrorum impetum non tulerunt seseque alia ex parte oppidi eiecerunt. Magnus ibi numerus pecoris repertus, multique in fuga sunt comprehensi atque interfecti.
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traduzione
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Vedendo i Trinovanti protetti e al sicuro da ogni attacco militare, i Cenimagni, i Segontiaci, gli Ancaliti, i Bibroci e i Cassi mandarono a Cesare ambascerie per arrendersi. Da essi seppe che, non lontano, sorgeva la roccaforte di Cassivellauno difesa da selve e paludi, dove erano stati concentrati uomini e bestiame in numero ragguardevole. I Britanni, in effetti, chiamano roccaforte una selva impraticabile munita da vallo e fossa, dove di solito si raccolgono per sottrarsi alle incursioni dei nemici. L? Cesare si diresse con le legioni: si imbatt? in un luogo estremamente ben protetto sia dalla conformazione naturale, sia dall'opera dell'uomo. Nonostante ci?, intraprese l'assedio su due fronti. I nemici opposero una breve resistenza, ma non riuscirono a frenare l'assalto dei nostri e cercarono di mettersi in salvo da un'altra parte della roccaforte. Qui venne trovato un gran numero di capi di bestiame e molti dei fuggiaschi furono catturati e uccisi.
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