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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Difesa di Roscio, 17
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originale
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[17] Quae cum ita sint, quis sit qui socium fraudarit et fefellerit consideremus; dabit enim nobis iam tacite vita acta in alterutram partem firmum et grave testimonium. Q. Roscius? Quid ais? nonne, ut ignis in aquam coniectus continuo restinguitur et refrigeratur, sic refervens falsum crimen in purissimam et castissimam vitam conlatum statim concidit et exstinguitur? Roscius socium fraudavit! Potest hoc homini huic haerere peccatum? qui me dius fidius?audacter dico?plus fidei quam artis, plus veritatis quam disciplinae possidet in se, quem populus Romanus meliorem virum quam histrionem esse arbitratur, qui ita dignissimus est scaena propter artificium ut dignissimus sit curia propter abstinentiam.
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traduzione
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17 Ad ogni modo, comunque stiano le cose, noi ci limiteremo a giudicare chi dei due si ? preso gioco dell'altro e lo ha ingannato; sar? cos? la disamina del comportamento delle due parti in causa ad offrirci indirettamente una testimonianza sicura e decisiva. Tu pensi che la responsabilit? sia di Quinto Roscio? Ma cosa dici? Non credi piuttosto che, come il fuoco si spegne immediatamente a contatto con l'acqua e perde il suo vigore, allo stesso modo ha davvero vita breve una bruciante calunnia scagliata contro un'esistenza trascorsa in assoluta onest?? Roscio che ha ingannato il socio! Ma come pu? una colpa tanto grave far presa su un uomo del genere? Per Giove! Uno che - e lo dico senza difficolt? - possiede in s? un'onest? innata, superiore alla sua arte, amante com'? della verit? pi? che del suo mestiere; uno che il popolo Romano considera migliore come uomo che come attore e che in virt? del lavoro che fa ? cos? adatto a calcare la scena che potrebbe con altrettanta dignit? far parte del senato per il suo totale disinteresse.
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