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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Difesa di Roscio, 19
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originale
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[19] Qua in re mihi ridicule es visus esse inconstans qui eundem et laederes et laudares, et virum optimum et hominem improbissimum esse diceres. Eundem tu et honoris causa appellabas et virum primarium esse dicebas et socium fraudasse arguebas? Sed, ut opinor, laudem veritati tribuebas, crimen gratiae concedebas; de hoc, ut existimabas, praedicabas, Chaereae arbitratu causam agebas.
Fraudavit Roscius! Est hoc quidem auribus animisque omnium absurdum. Quid si tandem aliquem timidum, dementem, divitem, inertem nactus esset qui experiri non posset?
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traduzione
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19 Comportandoti cos?, ti sei fatto ridere dietro e mi sei sembrato un po' indeciso, tu che gli hai rivolto parole d'offesa e poi lo hai sommerso di complimenti, definendolo al tempo stesso uomo dabbene e pezzo da galera. Come potevi rivolgerti a lui con tanto rispetto e chiamarlo primo fra tutti i cittadini, accusandolo contemporaneamente di avere imbrogliato il socio in affari? Credo piuttosto che le lodi che gli hai tessuto trovino una giustificazione nel semplice rispetto della verit?, mentre puntando il dito contro di lui cercavi soltanto un po' di pubblicit?; a proposito dell'imputato avresti, quindi, semplicemente espresso il tuo parere, ma saresti stato costretto dal volere di Cherea a perorare la sua causa. Roscio colpevole di frode! Suona come una cosa inconcepibile agli orecchi e agli animi di tutti. E se fosse incappato in un uomo ricco s?, ma pauroso, debole, un po' svanito e incapace di chiedere l'aiuto della legge? Beh, la vicenda avrebbe ancora dell'incredibile.
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