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Ovidio - database
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Cicerone
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Difesa di Roscio, 20
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originale
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[20] Tamen incredibile esset. Verum tamen quem fraudarit videamus. C. Fannium Chaeream Roscius fraudavit! Oro atque obsecro vos qui nostis, vitam inter se utriusque conferte, qui non nostis, faciem utriusque considerate. Nonne ipsum caput et supercilia illa penitus abrasa olere malitiam et clamitare calliditatem videntur? non ab imis unguibus usque ad verticem summum, si quam coniecturam adfert hominibus tacita corporis figura, ex fraude, fallaciis, mendaciis constare totus videtur? qui idcirco capite et superciliis semper est rasis ne ullum pilum viri boni habere dicatur; cuius personam praeclare Roscius in scaena tractare consuevit, neque tamen pro beneficio ei par gratia refertur. Nam Ballionem illum improbissimum et periurissimum lenonem cum agit, agit Chaeream; persona illa lutulenta, impura, invisa in huius moribus, natura vitaque est expressa. Qui quam ob rem Roscium similem sui in fraude et malitia existimarit, mihi videtur, nisi forte quod praeclare hunc imitari se in persona lenonis animadvertit.
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traduzione
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20 Cerchiamo comunque di capire chi Roscio avrebbe ingannato. Cosa? Caio Fannio Cherea? Mi rivolgo a voi che li conoscete bene e vi prego con tutta l'anima di mettere a confronto la vita dell'uno e dell'altro; chi invece non li ha mai visti li guardi dritto in faccia. Non sembra forse anche a voi che quelle sopracciglia completamente rase tradiscano la sua malizia e rivelino quanto ? scaltro? Se ? vero che guardando l'aspetto fisico di una persona ci si pu? gi? fare un'idea del carattere, senza bisogno di parole, costui non vi d? l'impressione di essere tutto, dalla testa ai piedi, un essere ingannevole, bugiardo, estremamente furbo? Va sempre in giro con capo e sopracciglia tagliate a zero, perch? non si possa dire che ha anche un solo pelo in comune con chi ? onesto; e di un personaggio del genere Roscio ha sempre offerto una magistrale interpretazione sulla scena, mentre ora non sembra proprio che gli si stia ricambiando il favore con altrettanta cortesia. Quando, infatti, riveste i panni di Ballione, gran delinquente e bugiardo d'un ruffiano, fa il verso a Cherea; quella maschera abietta, odiosa e corrotta ? la copia perfetta dell'indole, dei costumi, del modo di vivere dell'uomo qui presente. Non riesco quasi a spiegarmi per quale motivo costui abbia potuto stimare Roscio simile a s? in astuzia e in inganno: l'unica spiegazione plausibile ? che si sia reso conto della sua estrema abilit? nell'imitarlo a teatro sotto le spoglie di un lenone.
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