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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Pro rege Deiotaro, 40
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originale
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40. Non debeo, C. Caesar, quod fieri solet in tantis periculis, temptare quonam modo dicendo miseri cordiam tuam commovere possim; nihil opus est: occurrere solet ipsa supplicibus et calamitosis, nullius oratione evocata. Propone tibi duos reges et id animo contemplare, quod oculis non potes: dabis profecto id misericordiae quod iracundiae denegavisti. Multa sunt monimenta clementiae tuae, sed maxima eorum incolumitates, quibus salutem dedisti; quae si in privatis gloriosa sunt, multo magis commemorabuntur in regibus. Semper regium nomen in hac civitate sanctum fuit, sociorum vero regum et amicorum sanctissimum;
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traduzione
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40 Non devo fare, Cesare, ci? che di solito si fa in casi cos? delicati, e cio? cercare un artificio retorico con cui poter suscitare la tua piet?: non ? assolutamente necessario, perch? essa di solito spontaneamente va incontro ai supplici e ai disgraziati, senza esser sollecitata dall'orazione di qualcuno. Mettiti davanti agli occhi i due re e raffigurati con la mente ci? che non puoi contemplare con gli occhi: sicuramente concederai alla tua misericordia ci? che hai rifiutato all'ira. Sono numerose le testimonianze della tua clemenza, ma lo ? soprattutto l'incolumit? di coloro ai quali hai salvato la vita: e se queste testimonianze sono per te motivo di gloria in caso di privati cittadini, saranno molto pi? memorabili se si tratta di re. In questa citt? ? sempre stato sacro il titolo di re, e a maggior ragione sommamente sacro quello dei re alleati e amici.
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