Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
Difesa di Ligario , 10
|
|
originale
|
|
[10] Quid autem aliud egimus, Tubero, nisi ut quod hic potest non possemus? Quorum igitur impunitas, Caesar, tuae clementiae laus est, eorum ipsorum ad crudelitatem te acuet oratio? Atque in hac causa non nihil equidem, Tubero, etiam tuam sed multo magis patris tui prudentiam desidero, quod homo cum ingenio tum etiam doctrina excellens genus hoc causae quod esset non uiderit; nam si uidisset, quouis profecto quam isto modo a te agi maluisset. Arguis fatentem. Non est satis; accusas eum qui causam habet aut, ut ego dico, meliorem quam tu, aut, ut tu uis, parem.
|
|
traduzione
|
|
10. Torner? a me: tra quegli armati ci sono stato anch'io.
Che altro abbiamo tentato di fare, o,Tuberone, se non raggiungere il potere che ora detiene il qui presente [Cesare] ? Dunque, sar? proprio la parola di quelli, la cui impunit? rappresenta, o Cesare, l'elogio della tua clemenza, a incitarti alla crudelt?? In questo processo sento non poco la mancanza della tua saggezza, o Tuberone, ma molto pi? di tuo padre, perch? un uomo come lui, d'ingegno cos? fine come anche di cultura, non ha scorto questo carattere della causa. Ch?, se l'avesse scorto, avrebbe preferito, certo, vederla trattare da te in qualsiasi modo piuttosto che in questo. Tu provi la colpevolezza d'un reo confesso. Non basta: accusi uno che si trova in una posizione giuridicamente migliore della tua, come affermo io, o ad essa pari, come sostieni tu.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|