[26] Sed uide, quaeso, Caesar, constantiam ornatissimi uiri, L. Tuberonis, quam ego quamuis ipse probarem ut probo, tamen non commemorarem nisi a te cognouissem in primis eam uirtutem solere laudari. Quae fuit igitur umquam in ullo homine tanta constantia? constantiam dico? nescio an melius patientiam possim dicere. Quotus enim istud quisque fecisset, ut a quibus partibus in dissensione ciuili non esset receptus, essetque etiam cum crudelitate reiectus, ad eas ipsas partis rediret? Magni cuiusdam animi atque eius uiri quem de suscepta causa propositaque sententia nulla contumelia, nulla uis, nullum periculum possit depellere.
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26. Ma osserva, ti prego, o Cesare, la coerenza di quel personaggio molto ragguardevole che ? Lucio Tuberone; io, pur approvandola personalmente, come l'approvo, tuttavia mi asterrei dal ricordare, se non sapessi che quella qualit? sei solito approvarla tra le prime. Quale coerenza, dunque, si ? trovata mai cos? grande in alcuno? La chiamo coerenza: ma credo che meglio la potrei chiamare resistenza. Quanti, infatti, sarebbero stati cos? fermi da ritornare in quel partito, dal quale, durante la guerra civile, non erano stati accolti, ed erano stati, anzi, respinti, per giunta con un atto di crudelt? ? E' il comportamento proprio di un uomo veramente magnanimo e tale che nessuna offesa, nessuna violenza, nessun pericolo riuscirebbe a rimuovere dal partito prescelto e dalla decisione adottata.
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