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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Difesa di Archia, 17
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originale
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[17] Quod si ipsi haec neque attingere neque sensu nostro gustare possemus, tamen ea mirari deberemus, etiam cum in aliis videremus. Quis nostrum tam animo agresti ac duro fuit, ut Rosci morte nuper non commoveretur? qui cum esset senex mortuus, tamen propter excellentem artem ac venustatem videbatur omnino mori non debuisse. Ergo ille corporis motu tantum amorem sibi conciliarat a nobis omnibus: nos animorum incredibilis motus celeritatemque ingeniorum neglegemus?
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traduzione
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17 Se poi non potessimo in prima persona attendere a questi studi, n? gustarli con la nostra sensibilit?, quantomeno dovremmo ammirarli vedendo che altri vi attendono. Chi di noi ebbe un animo cos? insensibile e rozzo da non commuoversi qualche tempo fa per la scomparsa di Roscio? Egli, morto in et? avanzata, per la sua arte straordinaria e per la sua eleganza, dava tuttavia l'impressione che non sarebbe dovuto morire mai. Roscio si era accattivato l'affetto e l'ammirazione di tutti noi semplicemente con i movimenti del suo corpo: e noi non dovremmo forse tenere in considerazione gli illimitati movimenti dello spirito e l'agilit? della mente?
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