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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Contro Vatinio , 7
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originale
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[7] qua re peto a te ut mihi ignoscas, Vatini, ei cum patriae pepercerim quam servaram, et, si ego te perditorem et vexatorem rei publicae fero, tu me conservatorem et custodem feras. deinde eius viri discessum increpas quem vides omnium civium desiderio, ipsius denique rei publicae luctu esse revocatum. at enim dixisti non mea sed rei publicae causa homines de meo reditu laborasse: quasi vero quisquam vir excellenti animo in rem publicam ingressus optabilius quicquam arbitretur quam se a suis civibus rei publicae causa diligi!
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traduzione
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7 Perci? ti chiedo di perdonarmi, Vatinio, se ho avuto riguardo di quella patria che avevo salvato: considerami pure un protettore, quasi un custode di questa repubblica, esattamente come io reputo te il suo flagello, la sua disperazione. E, quasi non bastasse, hai l'ardire di far sentire colpevole del suo distacco dalla citt? quell'uomo che - lo sai benissimo - ? stato poi richiamato per desiderio di tutti i cittadini e per il lutto della stessa Roma. Tu, invece, hai detto che, se ci si ? impegnati per farmi rientrare, lo si ? fatto esclusivamente per l'interesse dello Stato e non per farmi un piacere personale: d'accordo, ma non mi dirai che per un uomo di alto sentire che entra in politica esista desiderio pi? intenso dell'essere apprezzato dai suoi concittadini perch? ritenuto utile alla repubblica!
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