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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Contro Vatinio , 9
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originale
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[9] quod quidem ego tibi reddo tuum; nam ut tu me carum esse dixisti senatui populoque Romano non tam mea causa quam rei publicae, sic ego te, quamquam es omni diritate atque immanitate taeterrimus, tamen dico esse odio civitati non tam tuo quam rei publicae nomine.
Atque ut aliquando ad te veniam, de me hoc sit extremum. quid quisque nostrum de se ipse loquatur, non est sane requirendum: boni viri (quid dicant), id est maximi momenti et ponderis.
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traduzione
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9 Eccoci alla resa dei conti: tu hai affermato che io sono caro al senato e al popolo romano non certo per meriti personali, ma perch? cos? torna utile allo Stato; lo stesso vale per te: bench? tu sia un pericolo pubblico - e puoi ringraziare la tua indole barbara e crudele -, io, tuttavia, sostengo che se la citt? ti odia tanto, non ? perch? ti chiami Vatinio, ma perch? questa si chiama patria.
E per poter tornare una buona volta a parlare di te, ti dir? quest'ultima verit? sul mio conto. Non ci si deve affatto preoccupare di cosa ciascuno di noi dica in giro di se stesso: quel che importa davvero, quello che lascia il segno, ? il giudizio delle persone perbene.
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